L’esperienza continua e in questi mesi corsi, test ed esami sono via via ripartiti, con lezioni tutte in presenza una o due volte la settimana. E la scuola di lingua e cultura italiana per stranieri, promossa in via Querini dalla Caritas veneziana con la collaborazione della Fondazione Giovanni Paolo I, scopre una sempre più nutrita presenza di donne che si avvalgono di questa possibilità formativa all’insegna oltretutto della gratuità.
«Da metà ottobre – racconta la docente Laura Strianese – abbiamo avviato tre corsi per livelli differenti. Un primo corso, per bassamente scolarizzati e che continua fino a giugno, è frequentato da un gruppetto di 8/10 persone, sia donne che uomini, che arrivano da Nigeria, Somalia, Gambia e Bangladesh. Un secondo corso è formato tutto da donne, sono 17 e molte arrivano dalla Macedonia; sono già in Italia da un po’ di tempo, ma non avevano mai avuto sinora l’opportunità di questo momento formativo. C’è poi un terzo corso più avanzato, con una quindicina di persone (più donne che uomini) dalla provenienza molto varia – Kosovo, Egitto, Marocco, Bangladesh, Albania, Kurdistan e Iran – e con gente arrivata anche da poco ma tutti con una discreta conoscenza dell’italiano e la necessità di conseguire la certificazione per ottenere i documenti (dal permesso di soggiorno alla cittadinanza)».
La scuola mestrina d’italiano per stranieri è infatti – in collegamento con l’Università di Siena – una sede Cils, abilitata a preparare e a far sostenere il relativo esame, appena tornato alla vecchia e completa formula con scritto e orale dopo le soluzioni provvisorie adottate causa pandemia, per ottenere la certificazione; è un titolo di studio ufficialmente riconosciuto che attesta il grado di competenza linguistico-comunicativa in italiano.
In via Querini convergono inoltre, per apprendere meglio l’italiano, i due studenti arrivati tempo fa dall’Eritrea e le due studentesse da poco giunte in Italia dal Camerun (GV ha già presentato nei mesi scorsi, ed anche più recentemente, le loro storie) attraverso i “corridoi universitari”.
La scuola, poi, non si svolge solo in classe ma presenta anche altre occasioni di conoscenza e confronto con la realtà mestrina, veneziana e italiana. Ed ecco allora che di tanto in tanto ci può essere una gita o una visita guidata ed un incontro alla scoperta di qualche particolare realtà culturale (come è avvenuto con la biblioteca Vez). Ma c’è pure un laboratorio teatrale, organizzato con la compagnia Farmacia Zoo: È, che coinvolge sia gli studenti della scuola d’italiano per stranieri sia gli studenti universitari della vicina Casa S. Michele. «È importante che venga offerta quest’opportunità e in modo gratuito – continua Laura Strianese – perché è un requisito essenziale per vivere bene in Italia ed anche per sapersi difendere».
A marzo parte un altro corso, condotto dalla docente Annachiara Girotto, che vede già iscritte una decina di persone neoarrivate nel nostro Paese. Per informazioni: email: scuolaitalianoperstranieri2020@gmail.it ; cell. 328.266.21.99.
Alessandro Polet