Contro la guerra che fa perdere vite umane e mette in pericolo il futuro di una generazione nata dopo la caduta del muro di Berlino, donne e giovani agricoltori della Coldiretti hanno lasciato le campagne per scendere in piazza a sostegno dei colloqui di pace con trattori, mucche e campanacci.
In occasione dell’apertura della Fieragricola di Verona segnata dallo sconvolgimento del mercato mondiale del cibo, con il rischio della perdita del lavoro, della stabilità economica ma anche delle forniture alimentari e dell’inflazione che aumenta povertà e fame in Italia e nel mondo.
I rincari energetici spinti dal conflitto portano i costi di produzione nelle campagne ben oltre il livello della sostenibilità economica mettendo a rischio le aziende agricole, il carrello della spesa delle famiglie e l’indipendenza alimentare del Paese.
I giovani della Coldiretti indossano i propri indumenti e strumenti di lavoro, dalla tuta e gli stivali di chi accudisce gli animali nelle stalle alle reti dei pescatori, fino alle tute degli apicoltori.
Numerosi i cartelli di protesta “Mettete i fiori nei vostri cannoni”, “Fermiamo la guerra dei prezzi”, “Si muore di bombe e fame” e “Svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai”, con le armi che sono tornate a sparare e i granai che sono svuotati con il rischio reale di scaffali deserti ma anche di speculazioni e carestie che nel passato hanno provocato tensioni sociali e politiche e flussi migratori.
In piazza anche il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, assieme alla delegata dei giovani Coldiretti Veronica Barbati che veste un colbacco russo con il simbolo della pace, mentre le giovani indossano corone fatte con i fiori dei vivai italiani e accanto alle bandiere della Coldiretti sventolano quelle gialle e blu dell’Ucraina.