Oggi pomeriggio, alle 15.30, presso la basilica della Madonna della Salute, si è svolta la preghiera per la pace in Ucraina, presieduta dal Patriarca di Venezia Francesco Moraglia. Un appuntamento partecipato, tanto dalla comunità ucraina che da molti veneziani: una basilica gremita di fedeli che hanno rivolto alla Vergine la loro preghiera accorata, sofferta, commossa.
Dopo il saluto del rettore del Seminario e della Basilica, don Fabrizio Favaro, il cappellano degli ucraini greco-cattolici, padre Yaroslav Chaykivskyy, ha voluto testimoniare il dolore del suo popolo ed ha invitato tutti i fedeli a compiere un gesto di misericordia, chiedendo perdono a Dio di tutti i peccati. «La nostra comunità è a Venezia da 22 anni – ha ricordato padre Yaroslav -. Quello che viviamo qui oggi è una cosa bella. Ci insegna a perdonare, ad essere accoglienti, pacifici, ma soprattutto uniti… adesso vorrei compiere questo rito, in nome del nostro popolo e della nostra comunità: chiedere perdono al Signore e perdonare i nemici che sono venuti nella nostra casa, a Putin e agli aggressori. Anche a Putin, di cui non capiamo perché ci odia così tanto. Chiediamo perdono se abbiamo compiuto qualcosa di male, perché il Signore Gesù ci ha insegnato così».
Ne è seguita la preghiera del Santo Rosario. Le decine dell’Ave Maria che compongono la corona sono state pregate alternando italiano ed ucraino. Nel corso della celebrazione sono stati meditati alcuni brani del magistero dei recenti Pontefici, in particolar modo Papa Francesco. L’appuntamento di preghiera è stato preceduto dalla celebrazione della Divina Liturgia.
Dopo il canto dell’antifona Salve Regina, il Patriarca Francesco ha tenuto un intervento nel quale ha sottolineato: «Oggi il vostro popolo non è in pace e vivete una sofferenza acuita dalla lontananza».
«Condividiamo oggi un dolore – continuava il Patriarca – che non ha parole e non può essere definito. Le immagini tristi che abbiamo visto dicono più delle parole, che in questa circostanze vanno misurate perché rischiano di essere retoriche. La guerra, attraverso la sofferenza di chi la vive, là dove la si combatte e qui dove si combatte in altro modo. Il dolore per i morti… Neanche i bambini non sono stati risparmiati. Per il cristiano questo è il tempo della preghiera. Non è qualcosa di consolatorio, ma l’unica arma che fa tacere le armi e riesce a spuntare le armi degli uomini. Non possiamo accettare che la violenza diventi un modo per costruire la storia. Preghiamo perché Dio Padre tocchi il cuore di tutti».
Accorata la preghiera che il Patriarca ha rivolto, infine, alla Vergine Maria: «Chiediamo alla Madonna della Salute di liberarci dalla violenza del potere e di salvarci dal peccato della guerra. Chiediamo alla Vergine Santissima, Madonna della Salute, che oggi non si manchi contro il comandamento di Dio: “Non uccidere”. Chiediamo alla Vergine Santissima che ci aiuti oggi a credere nella potenza della nostra preghiera. E torniamo a casa convinti che qualcosa è cambiato, perché nessuna preghiera è mai inutile. La potenza della preghiera: la preghiera per chi governa, come chiede San Paolo nella lettera a Timoteo, e per i popoli che dipendono dai governanti. O Madonna della Salute, che sei la Madonna dei sofferenti: degli uomini e dei popoli che soffrono. Tu conosci le sofferenze di ciascuno di questi tuoi figli e figlie. Accogli la loro preghiera. Ti affidiamo il popolo ucraino, gli uomini, le donne, i bambini e gli anziani. Ti preghiamo perché questa guerra cessi presto, il più presto possibile. Ti preghiamo per chi è offeso e per chi offende. Nessuno è senza peccato. Tu perdonaci tutti. Salva chi vive oggi la sofferenza e l’angoscia di un momento terribile. Chiediamo alla Vergine Santissima di prendere nelle sue mani questo nostro mondo che si fa male con le sue mani, perché le mani dell’Immacolata – Madre di Dio e Madre dell’umanità – possano lenire le sofferenze e asciugare le lacrime e, soprattutto, portare il dono della pace».
Don Francesco Marchesi, delegato per il dialogo ecumenico ed interreligioso, al termine della celebrazione, ha annunciato che mercoledì prossimo, 2 marzo, vi sarà un appuntamento ulteriore di preghiera insieme ai cristiani di tutte le confessioni presenti a Venezia, presso la Basilica cattedrale di San Marco, insieme al Patriarca Francesco.
Il testo integrale dell’intervento del Patriarca è disponibile sul sito del Patriarcato di Venezia: http://www.patriarcatovenezia.it/site/non-possiamo-accettare-che-la-violenza-diventi-un-modo-per-costruire-la-storia-lintervento-del-patriarca-alla-preghiera-per-lucraina-alla-salute/
Marco Zane