Un mese per capire cosa si potrà fare. Sarà marzo il momento decisivo in cui si saprà, anche alla luce della situazione epidemiologica, se nell’estate del 2022 Venezia potrà sperare di avere sagre ed eventi all’aperto: appuntamenti che, di fatto, mancano dal centro storico da due anni.
Il conto alla rovescia nel percorso di preparazione verso questi appuntamenti che, grazie ai volontari, tengono viva una tradizione molto sentita e attesa dalla cittadinanza, è cominciato. Lo conferma il presidente del comitato promotore della Festa di San Pietro di Castello Paolo Basili, che è anche portavoce del coordinamento delle sagre veneziane: un gruppo di lavoro nato per condividere alcune difficoltà che sono comuni tra le diverse realtà territoriali.
«La volontà di ripartire c’è – dice Basili – ma dopo due anni in cui siamo rimasti fermi per le ragioni ovvie che tutti conosciamo, una delle difficoltà è anche quella di dover fare un paziente lavoro di ricucitura con i volontari e il territorio. Ed è quello che tutti, ognuno per la propria parte, stiamo già cercando di fare, in previsione di un’eventuale ripartenza che tutti speriamo ma che non è certa. E’ chiaro per tutti che le sagre e le feste popolari stanno in piedi se ci sono i volontari. Dopo due anni di pausa forzata i volontari si devono andare a ritrovare, motivare. Va ricostruito un rapporto. Questo è il segreto della ripartenza».
Alcune scadenze sono ben definite in questa tabella di marcia. «Oltre marzo – prosegue Basili – non si può andare, almeno per chi, come noi a Castello, avrebbe in calendario la festa già a giugno. A marzo devono essere a posto tutti i permessi per montare gli stand e la logistica. Se ci si mette in moto, poi va fatta anche una buona campagna di comunicazione perché nella mente di molti può subentrare l’aspetto psicologico di paura e di non voler partecipare per prudenza a queste iniziative dove, sebbene in sicurezza, si trovano tante persone».
Gli aspetti tecnici che vanno superati per far sì che le sagre all’aperto si svolgano, in presenza, sono quelli risaputi. «Impensabile in una sagra ipotizzare il numero chiuso soprattutto se all’aperto – annota Basili – così come è impensabile richiedere ai visitatori il rispetto del distanziamento. Bene l’utilizzo della mascherina, il vaccino sicuramente rappresenta una garanzia importante. Tuttavia non possiamo pensare, soprattutto all’aperto, di avere abbastanza personale per verificare e chiedere a tutti di esibire il Green Pass. Insomma se le restrizioni verranno allentate in estate possiamo anche pensare di ripartire altrimenti no».
Lorenzo Mayer