Negli ultimi anni il numero degli studenti stranieri a Ca’ Foscari è aumentato sensibilmente: quest’anno sono 468, in crescita del 22 per cento rispetto allo scorso anno. Questo fatto colpisce: gli studenti italiani in passato correvano all’estero, ma non accadeva il viceversa. Adesso, invece…
Per altro, secondo l’indagine Censis 2021 sulle Università italiane, Ca’ Foscari è il primo ateneo italiano per internazionalizzazione: significa che l’Università di Venezia, anche per il suo impegno di promozione in questo senso, è altamente attrattiva all’estero.
Quanto alla scelta dei corsi da parte degli studenti stranieri, i più gettonati sono quelli di area economica, in particolare la laurea triennale di Economia e le magistrali di Management e Economia e Finanza.
Subito dopo si piazzano i corsi di area linguistica: vanno bene il Pise (Philosophy, International and Economic Studies), insegnamento triennale che si colloca in maniera trasversale tra economia, lingue e lettere, ma anche le magistrali di Scienze del linguaggio e Lingue e Letterature Europee, Americane e Postcoloniali.
C’è poi l’area scientifica con Informatica e Environmental Humanities, anche questo trasversale tra area umanistica, linguistica e scientifica. L’area umanistica ha invece dei numeri più contenuti.
Ma quali sono le ragioni dell’attrattiva di Venezia e di Ca’ Foscari? Ecco, per esempio, il racconto di Khanh Tran, studentessa vietnamita.
«Voi italiani siete incredibili: è impossibile non affezionarsi, quando siete voi i primi a farlo». Sono ragioni di umanità prima ancora che di studio, a dire la soddisfazione di Khanh Tran, 20 anni, vietnamita, a proposti della sua esperienza veneziana.
Perché hai deciso di studiare in Italia?
Più che l’Italia ho scelto Ca’ Foscari. Sapevo da sempre di voler studiare all’estero, ma la mia scelta si è basata sull’università e non sulla città o sulla nazione. Anche se devo dire che l’Italia mi ha sempre incuriosita, pur non essendo una delle solite mete degli studenti vietnamiti, che vanno piuttosto in America o semmai in Francia, anche per ragioni storiche. Forse, ripensandoci, è stato anche tale fatto che mi ha orientata verso Ca’ Foscari: non volevo finire in un posto “comodo”, dove andare a cercare tutti gli altri vietnamiti.
Ma qualcosa in particolare ti ha portata qui?
Di Ca’ Foscari mi piaceva specialmente l’idea del Collegio Internazionale, per il quale sono stata selezionata, e che si è effettivamente rivelato un luogo importante per la mia crescita e per tutte le opportunità che mi ha offerto. Mi sono iscritta al Pise (Philosophy, International and Economic Studies) per un forte interesse nei confronti degli studi internazionali. Tuttavia in seguito proprio lì, grazie a dei bravi professori, ho scoperto un’incipiente passione per la filosofia e per la sua interazione con la storia. È stata una sorpresa, una cosa che non mi aspettavo, anche perché la filosofia al liceo in Vietnam non si studia.
Quindi puoi dirti contenta della tua scelta? La rifaresti?
Sì, ora senza esitazione dico che la rifarei. All’inizio invece avevo un sacco di dubbi, mi chiedevo se non avessi fatto meglio a rimanere in Vietnam. Poi però, quando ci sono dovuta tornare a causa della pandemia, c’è stato un punto di svolta: mi sono resa conto di quanto avevo trovato in Italia, anche e soprattutto a livello di rapporti umani. Molto spesso crediamo di poter imparare solo studiando, invece non è così: sono molto grata di quanto ho ricevuto in questi anni, a tutti i livelli e non solo dal punto di vista universitario.
Per esempio?
Uno dei ricordi più belli che ho è quello di una volta in cui mi ero recata al supermercato decisa a comprare gli ingredienti per cucinarmi per la prima volta i famosi spaghetti al pomodoro… Li conoscevo, perché in Vietnam qualche ristorante italiano c’è, ma non pensavo che in un supermercato potessero esserci così tanti tipi diversi di pasta e di salsa al pomodoro tra cui scegliere! Ero proprio confusa, e quindi ho chiesto a una signora anziana un consiglio, biascicando quelle poche parole in italiano che sapevo. Mentre gironzolavo nel reparto frigo me la vedo ricomparire all’improvviso… mi stava cercando per tutto il supermercato per darmi del basilico e dell’aglio: “così diventano ancora più buoni!”. Me lo porto proprio nel cuore, assieme all’accoglienza speciale delle nonne dei miei amici italiani, e a molte altre cose. Sono davvero contenta di questi anni di triennale, pur intermezzati dal lockdown che ho passato in Vietnam. E davvero non parlo solo degli studi e dell’università, ma soprattutto delle persone che ho conosciuto, degli amici che ho incontrato qui.
Veronica Tasselli