La Torre civica, il simbolo riconosciuto di Mestre, si arricchisce da oggi di nuove testimonianze, per raccontarne una storia quasi millenaria: la piccola campana che nel secolo scorso affiancava quella più grande, col compito di suonare gli intervalli dell’ora; il pendolo che regolava l’ultima macchina elettro-meccanica dell’orologio; l’antica macchina dell’orologio stesso; il ceppo di legno e ferro di sostegno delle anse della campana; uno dei formelli di terracotta utilizzato a inizio Novecento per corredare i vari numeri del quadrante.
Questa mattina, al piano superiore del manufatto, ultimo rimasto del sistema murale difensivo eretto nel XII secolo a protezione della città, che comprendeva 11 tra torri e torresini, i reperti, ritrovati a cura della Pro loco di Mestre, sono stati ufficialmente presentati, con una cerimonia a cui hanno preso parte, tra gli altri, l’assessore comunale alla Promozione del territorio, Paola Mar, il presidente della Municipalità Mestre Carpenedo, Raffaele Pasqualetto, il presidente della Pro Loco di Mestre, Giampaolo Rallo.
“Credo – ha sottolineato l’assessore Mar – che sia stata una decisione davvero opportuna quella di aver affidato la torre, nel segno del principio di ‘sussidiarietà’, alla Pro Loco, che non solo la sta valorizzando con iniziative di vario genere, ma ne sta recuperando anche la storia, che è poi la storia anche della città. Col suo orologio, e la sua campana, è stata scandita da qui la vita di Mestre, di tutti i suoi momenti più importanti: era l’ora ‘ufficiale’ della città, tanto per aprire una seduta pubblica, quanto per dare il via ogni mattina alle lezioni scolastiche.”
La Torre civica di Mestre è stata corredata da un orologio già dal 1566: nei secoli ovviamente ci sono stati restauri nei meccanismi e anche radicali cambiamenti. L’ultimo intervento è datato 2003: all’orologio è ancora collegata la campana in bronzo inserita nel 1739, che scandisce il trascorrere del tempo suonando a ogni ora e mezz’ora.