Poco più di un anno fa (nella foto di apertura) era stato festeggiato, per i suoi 100 anni, anche dal Capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza. Nei giorni scorsi, appena superato anche il traguardo dei 101 anni, si è spento Bonaventura Filippini.
«Per noi – lo ricorda Andrea Vianello della fraternità dell’Ordine Francescano Secolare del Sacro Cuore di Mestre – è stato un fratello maggiore. Ma lo ricordiamo anche come uno di quelli che in passato ha contribuito a scrivere la Regola, approvata poi da Papa Paolo VI, e le Costituzioni Generali dell’Ordine Francescano Secolare, aiutando a tracciare una strada che tutti noi stiamo seguendo».
Quella di Bonaventura Filippini è stata anche una vita di impegno civile e professionale. Nato a Chiampo nel vicentino, si arruolò nel febbraio 1940 nella Regia Guardia di Finanza. Dopo un breve periodo a Cagliari, partì per il fronte dei Balcani prestando servizio nel IV Battagliano Mobilitato del Corpo.
Il 1° maggio del 1945 fu catturato, unitamente a tutta la Compagnia, dalle truppe iugoslave e internato a Basovizza, da dove però riuscì a fuggire e rientrare in Italia a bordo di un peschereccio.
Nel 1947 frequentò il corso di formazione presso la Scuola Sottufficiali del Corpo, al termine del quale, col grado di Sottobrigadiere, fu destinato a presidiare il confine con l’Austria. Presterà servizio in varie località del Trentino-Alto Adige, in provincia di Verona e poi a Caorle, per giungere infine a Venezia nel 1963. Percorrerà tutti i gradi della carriera da Sottufficiale, per congedarsi infine nel 1981 con contestuale nomina a Sottotenente. Gli è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
«Ne ricordiamo – riprende Andrea Vianello, con le parole che sono state poi lette al funerale di Bonaventura – anche la profondità di ascolto; era in grado di cogliere l’azione dello Spirito anche nei luoghi apparentemente più lontani da Dio e ce lo testimoniava con i racconti della seconda guerra mondiale, che si trovò a vivere come soldato sul fronte jugoslavo: Dio lo accompagnava ovunque egli fosse».