È 115 volte più probabile, per un non vaccinato tra i 40 e i 60 anni, in Veneto, di finire in un reparto di Medicina o di Pneumologia, causa Covid, di quanto lo sia per un coetaneo vaccinato.
Lo dicono i dati resi noti dalla Regione Veneto, aggiornati a oggi. In quella fascia d’età sono infatti 34,6 ogni centomila persone i ricoverati che non hanno ricevuto nessuna dose di vaccino, contro 1,5 fra chi ha ricevuto due dosi. Già questo significa un rapporto di 23 a 1.
Considerando, poi, che almeno quattro veneti su cinque hanno completato il ciclo vaccinale significa che, per avere il dato relativo all’intera popolazione, bisogna moltiplicare per cinque il rapporto. E si arriva così a 115.
Un dato enorme, che prova di per sé l’efficacia dei vaccini nel proteggere dalle forme gravi di infezione.
Se poi si fa il calcolo relativamente agli attuali degenti nelle terapie intensive del Veneto, si ha che è 25 volte più probabile, per un non vaccinato, di finire in rianimazione, di quanto lo sia per una persona vaccinata.
«Siamo in una situazione di pressione che va tenuta sotto controllo, ma che riusciamo a gestire»: lo dice il Presidente della Regione, Luca Zaia, valutando i dati di oggi rispetto all’andamento del Covid in Veneto. «La prossima settimana il Veneto sarà ancora bianco, perché non abbiamo raggiunto il limite del 15% di ricoverati Covid in area medica (siamo all’11%) mentre siamo oltre gli altri due parametri nazionali richiesti, che sono il 10% di occupazione delle terapie intensive (siamo al 12%) e l’incidenza (siamo a 371,1 casi ogni 100 mila abitanti su un limite di 50). Se la prossima settimana dovessimo superare il parametro del 15% dei posti occupati in area medica – aggiunge – vorrà dire che nella settimana di Natale saremo in giallo».
«L’invito a tutti – conclude Zaia – è di vaccinarsi. Ben vengano anche le prime dosi, che anche ieri sono state 2.980, mentre vanno bene le terze dosi, delle quali ieri ne sono state erogate ben 42.236». (G.M.)