“…Profondamente cristiano e, insieme, profondamente laico, aperto al dialogo con tutti sul comune terreno della costruzione della città dell’uomo”. L’amico Ugo Trivellato lo ricorda così nel profilo che apre il volume Marino Cortese. Venezia e il Triveneto. Cultura, storia, sviluppo edito dalla Fondazione Querini Stampalia per la collana ‘Le occasioni’.
Con la presentazione del libro verrà intitolato a Cortese il portego della Biblioteca della Querini Stampalia, sabato 11 dicembre 2021 (la partecipazione è solo su invito). Interverranno il presidente Paolo Molesini, il direttore Marigusta Lazzari, gli amici Giovanni Castellani e Ugo Trivellato, Giorgio Busetto che con Cortese ha condiviso a lungo la guida dell’Istituzione.
Passi scelti dai suoi scritti, tra il 1970 e il 2019, ripercorrono la vita pubblica di Cortese, ne evidenziano la formazione, la tensione etica nel confronto politico quotidiano e in momenti drammatici per la Repubblica, la sensibilità umana: dagli esordi studenteschi nella FUCI, la Federazione Universitaria Cattolica Italiana, alla Regione del Veneto, in Consiglio e in Giunta, al Senato; poi l’attività nell’Amministrazione Comunale di Venezia e gli incarichi in istituti di cultura della città, le Fondazioni Levi e Cini, la presidenza della Querini Stampalia, che ha ricoperto quasi ininterrottamente dal 1999 agli ultimi giorni, accompagnandola nella riorganizzazione degli spazi e nelle acquisizioni che ne hanno fatto quella che è oggi, un luogo di bellezza, antica e contemporanea, in cui allevare cittadini consapevoli, e celebrandone il centocinquantesimo.
In ogni campo Marino Cortese ha portato la sua competenza generosa e lungimirante in materia di Economia e Finanza e una passione disincantata e paziente.
Al debutto della Regione del Veneto, presiedendone la Commissione Statuto fra il 1970 e il ’71, vi ha delineato il ruolo degli enti locali e la disciplina della programmazione strategica.
Ha ispirato quattro Leggi Speciali per la Salvaguardia di Venezia. Ha inventato, da Assessore alla Cultura della sua città, un coordinamento delle iniziative che non ha avuto seguito dopo di lui e di cui si sente tanto più il bisogno oggi.