Le acque meteoriche di dilavamento delle autostrade diventano risorsa. Succede in Veneto grazie al sistema, tecnologicamente avanzato, messo a punto da Concessioni Autostradali Venete e SWI Group
Da sempre le acque di dilavamento delle autostrade rappresentano un problema da gestire. Di nuova concezione è la procedura di “adsorbimento”, funzionale a rimuovere gli inquinanti tipici di questo genere di reflui. È quello che succede, in via sperimentale, lungo il Passante di Mestre e che si candida a diventare modello di gestione per altre tratte.
Gli impianti del Passante di Mestre sono stati dotati di filtri in grado di rimuovere gli inquinanti, anche disciolti, presenti nelle acque di dilavamento.
In forma sperimentale, poi, da alcuni anni, alcuni di questi impianti lungo la rete sono stati dotati di un sistema di monitoraggio, con sonda multiparametrica, che è in grado di studiare la qualità delle acque raccolte. Questo ha permesso di procedere con vere e proprie campagne di analisi chimiche per studiare i parametri di qualità, verificando il grado di torbidità delle acque di dilavamento. I risultati hanno permesso di espandere la rete di monitoraggio, inserendo nuovi sistemi in grado di gestire da remoto il sistema, identificare se si verifica una fuoriuscita a monte degli impianti, separare automaticamente il liquido in apposite “vasche di onda nera”.
L’aspetto innovativo è dato da un software di gestione che permette di raccogliere i dati, raffrontarli con lo storico rilevato e, soprattutto, ricevere allarmi in caso di anomalia ai sensori o sul malfunzionamento degli impianti, permettendo così un immediato intervento di manutenzione.
L’insieme delle metodiche e tecnologie applicate è stato al centro di un webinar organizzato giovedì 2 dicembre presso la sede direzionale della concessionaria a Mestre.