Un milione iniettati, mezzo milione in freezer e tre milioni e mezzo transitati nelle celle frigorifere dell’Ulss 3. La farmacia dell’ospedale mestrino dell’Angelo è diventata un deposito regionale di vaccini contro il Covid dal valore inestimabile.
Un milione di dosi che sono passate di qua, sono già state somministrate alla popolazione della sola Ulss 3 da inizio campagna vaccinale, mentre mezzo milione di vaccini anti Covid si trovano in questo preciso momento nei congelatori dell’azienda sanitaria. Ma le fiale transitate nella farmacia hub dell’ospedale dell’Angelo nel corso di questa pandemia sono molte di più: sfiorano il totale di tre milioni e mezzo di vaccini tra Pfizer, Moderna, J&J e Astrazeneca, che sono prima entrati e poi usciti dalle celle frigorifere dell’ospedale mestrino per raggiungere i centri vaccinali di tutto il Veneto. Senza contare le nuove forniture: entro la prima settimana di dicembre gonfieranno il deposito di 320 mila dosi Moderna e 63 mila dosi Pfizer, che si andranno ad aggiungere alle tre milioni e mezzo di dosi ospitate qui da inizio campagna.
Non solo, per ognuna di queste tre milioni e mezzo di dosi, la farmacia dell’Angelo fornisce tre milioni e mezzo di aghi, tre milioni e mezzo di siringhe e altrettanti dispositivi medici adatti alla somministrazione dei vaccini. Un monitoraggio fatto in questi mesi dai farmacisti dell’Ulss 3 ha permesso anche di sviluppare una tecnica ad hoc di prelievo delle dosi vaccinali, stressando al massimo il contenuto delle fiale. Una precisione che consente di estrarre spesso la settima dose dalle fiale Pfizer e la dodicesima dalle fiale Moderna, senza sprecarne una goccia, utilizzando una siringa di precisione “priva di corpo morto”.
Tutti i vaccini a vettore virale e i vaccini mRna Moderna inoculati ai cittadini veneti, con tanto di dispositivi per la loro somministrazione, sono quindi passati di qua. Si tratta di 987 mila Astrazeneca, 194.095 Johnson e 1.279.600 Moderna. L’altro vaccino mRna, il Pfizer, è invece conservato qui per le sole Ulss 3 Serenissima e Ulss 4 Veneto orientale, per un totale di 1.018.056 dosi Pfizer.
Tre milioni e mezzo di vaccini equivalgono a un valore economico di decine di milioni di euro. “Oro vaccinale di cui non si è sprecata una sola goccia, anche grazie allo scrupoloso rispetto della filiera del freddo – spiega il direttore della farmacia dell’ospedale dell’Angelo Alessandro Chinellato -. I colleghi farmacisti si preparano ad ogni arrivo del corriere e impiegano mezza giornata per controllare il rispetto della filiera del freddo e per smistare i vaccini all’interno delle celle freezer. Nei casi remoti, in cui anche per un solo lotto dovessero essere riscontrate anomalie nel rispetto della catena del freddo avvenuta durante il trasporto, i vaccini vengono messi in quarantena in attesa di valutazione della casa madre”.
Del milione di dosi già somministrate nell’azienda sanitaria, 126.372 sono Astrazeneca, 11.227 sono J&J, 147.096 sono Moderna e 691.631 mila sono Pfizer.
Del mezzo milione di dosi conservate in questo momento nel congelatore, circa 180 mila sono quelle utilizzabili dall’Ulss 3 Serenissima. In più sono in arrivo, entro la prima settimana di dicembre per la sola Ulss 3, altre 86 mila dosi (40 mila Moderna e 46 mila Pfizer).
“Vaccini in grado da soli di coprire tutta la platea eleggibile della terza dose – dice il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Edgardo Contato -. Quindi non mi stancherò mai di fare questo appello a chi ha già compiuto il sessantesimo anno d’età e ha fatto la seconda dose da almeno 6 mesi: fate il richiamo. Siamo all’alba della quarta ondata, se volete proteggere voi stessi e gli altri dalla furia del Coronavirus, fate la terza dose di vaccino contro il Covid”.
E questo è diventato nel corso dei mesi il deposito d’armi proprio contro la furia del Coronavirus, il centro nevralgico di conservazione e smistamento vaccinale in regione. Dieci farmacisti e poi altri trenta tra tecnici, infermieri e magazzinieri. Sette maxi congelatori, di cui due “ultra” a – 70 gradi per il Pfizer e quattro hi tec a – 20 gradi per tutti gli altri. Più una batteria di celle frigorifere che riempie le pareti della farmacia ospedaliera.
La crescita costante di arrivi di vaccini ha richiesto un ampliamento della dotazione: tra poche settimane arriva la mega cella a – 20 gradi che verrà dedicata al Moderna.
Una vera e propria armeria della salute che non combatte solo il Coronavirus. La farmacia dell’Angelo, farmacia ospedaliera hub del Veneto, è anche Centro regionale per gli antidoti ai veleni. Questo vuol dire che conserva per tutto il Veneto i farmaci salvavita nel caso di calamità, avvelenamenti delle acque e guerre nucleari.
In questo luogo sono contenuti tutti i farmaci presenti nel prontuario terapeutico ospedaliero e un’organizzazione complessa di trasporto leggero con i carrelli per le urgenze nei reparti. Da qui, vengono forniti i medicinali non solo ai reparti, ma anche alle case di riposo, alle strutture convenzionate e ai singoli cittadini, attraverso lo sportello di distribuzione diretta, per quanto riguarda pazienti in carico per terapie particolari, ospedaliere o molto costose.
All’interno della farmacia ospedaliera opera l’Unità farmaci antiblastici (antitumorali). Grazie a questo team composto da un farmacista dedicato, tecnici ed infermieri, vengono preparati i farmaci di questa tipologia per i reparti.
Altro luogo cardine della farmacia è il Laboratorio di galenica, che prepara invece farmaci non commerciali con posologie particolari richieste dai medici per un singolo paziente o per categorie particolari di pazienti.
Un progetto di Ulss 3 e Università di Padova, che da l’opportunità a laureandi e specializzandi di concentrarsi sul monitoraggio dei medicinali all’interno della farmacia ospedaliera mestrina, sta consentendo lo studio e il monitoraggio sempre più stretto del consumo dei farmaci: questo permette di migliorare l’appropriatezza d’uso sia per quanto riguarda la distribuzione diretta ai pazienti che per quella ai singoli reparti.