“Com’era, dov’era”: a Marghera la statua della Madonna è da oggi di nuovo nel posto in cui si trova da ormai 67 anni, in piazzale Giovannacci.
Questa mattina si è svolta infatti una breve, ma significativa cerimonia di inaugurazione, dopo complesso e meticoloso lavoro di restauro, compiuto sotto la sorveglianza dell’Ufficio Tecnico Lavori pubblici del Comune, a cui hanno preso parte, tra gli altri, l’assessore comunale alla Coesione sociale, Simone Venturini, i consiglieri comunali Maika Canton e Chiara Visentin, il presidente della Municipalità di Marghera, Teodoro Marolo, il parroco di Sant’Antonio, padre Floriano Broch (che ha impartito la benedizione) e una significativa rappresentanza di cittadini.
“E’ una cerimonia – ha precisato l’assessore Venturini – che facciamo in stile ‘pandemia’, nell’attesa di fare, quando questo periodo sarà finito, una grande inaugurazione ufficiale, alla presenza del sindaco e del Patriarca. Ci sembrava però giusto, terminato il restauro, offrire nuovamente la Madonna alla cittadinanza: essa infatti è un simbolo, non solo per i credenti, ma per tutti gli abitanti di Marghera.”
La statua, ha ricordato in una nota l’assessore ai lavori pubblici, Francesca Zaccariotto (che non ha potuto essere presente alla cerimonia odierna), aveva subito un grave atto vandalico nella notte tra il 25 e il 26 novembre scorsi. Era stata tra l’altra decapitata, colpita in più punti sul corpo e privata delle mani. Per restaurarla si sono dovute fare nuove mani e parti del mento e del naso, rigorosamente in marmo di Carrara, come il resto della statua, e coprire altre “cicatrici” con polvere di marmo. Inoltre è stato risistemato il vialetto circostante, addobbandolo anche con nuove piante.
“Ringraziamo davvero di cuore il Comune – ha sottolineato il presidente della Municipalità – per questo intervento, compiuto tra l’altro in tempi brevissimi. Questa statua si trova in piazzale Giovannacci dal 1954, dapprima al centro della rotonda, e ora, oramai da qualche anno, su questo lato, proprio dietro alla fermata del tram: essa è parte integrante e imprescindibile della nostra storia e del nostro quartiere.”