Anche nel veneziano gli agriturismi sono ripartiti alla luce del nuovo decreto Covid, ma crea ancora incertezza la questione del Green pass europeo che dovrebbe entrare in vigore quest’estate, permettendo libertà di movimento a chi è stato vaccinato contro il Covid 19 o è guarito dalla malattia o ha fatto nelle ore precedenti un test risultato negativo. Il Green pass europeo e la prosecuzione della campagna vaccinale saranno elementi fondamentali per sostenere il turismo europeo che predilige gli agriturismi veneziani.
«La voglia di riaprire è tanta dopo l’interminabile sosta imposta dalle misure anticovid dall’autunno fino alla primavera che hanno portato a perdite complessive anche oltre il 70% – sottolinea Luigi Toffoli, presidente di Agriturist Venezia, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura. – Gli agriturismi nel veneziano sono circa un centinaio e presentano situazioni ideali anche per il rispetto del distanziamento. Le nostre imprese sono immerse nel verde ed offrono quindi le migliori soluzioni per soggiorni all’insegna del contatto con la natura e con l’arte del nostro territorio senza alcun rischio di assembramento».
Il settore degli agriturismi è tra quelli più all’avanguardia nella sostenibilità, eppure è stato fortemente provato dalle misure di contenimento implementate durante la pandemia. «Ora le sfide per un reale rilancio del settore nell’estate 2021 dipendono soprattutto da due fattori: l’entrata in vigore del Green pass europeo e la prosecuzione della campagna vaccinale. Questi sono due mattoni fondamentali su cui si basa la ripartenza, anche perché i ristori non stanno funzionando. Tantissime attività, pur dimostrando le perdite del 30 per cento, ad oggi non hanno ancora ricevuto nulla», conclude Toffoli.
A guardare gli aspetti potenzialmente positivi Marco Aurelio Pasti, presidente di Confagricoltura Venezia: «L’emergenza Covid cambia tutto, basti pensare che le presenze di visitatori sfioravano i 37 milioni ogni anno nel veneziano ed eravamo abituati ad un turismo internazionale, con pernottamenti anche per periodi lunghi. Adesso occorre coltivare molto anche la presenza di turisti italiani che soggiornano per periodi più brevi. È mutato radicalmente il concetto di turismo, che va anche ripensato e riorganizzato secondo le nuove esigenze del distanziamento sociale e delle misure anticovid. Speriamo quindi che un nuovo target di clientela ci aiuti a promuovere il nostro territorio che risponde al meglio alle esigenze emergenti riguardo la sicurezza e si rivolge ad un turismo, italiano e straniero, che apprezza la sostenibilità ambientale e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale».