La sua attività di produzione e raccolta dei regali della terra non si è mai fermata. Perché la natura non si può mettere in quarantena. E fortunatamente per lei e la sua famiglia, frutta e verdura si mangiano sempre, anche in tempo di pandemia.
Il lavoro nei campi e la vendita diretta sono la scelta di vita che ha fatto Elena Gatti, 31 anni, di Zelarino, che rappresenta la quarta generazione di agricoltori della sua famiglia. Dopo gli studi di agraria, oggi Elena è la titolare dell’omonima azienda che produce frutta, ortaggi e cereali in un’area di 20 ettari, alle porte di Mestre.
«Ho desiderato fare questo fin da bambina – racconta – quando aiutavo mamma e papà, sia nei campi che al mercato, dove abbiamo sempre avuto un banco di ortofrutta. Amo vedere crescere i frutti della terra e amo relazionarmi con le persone nella vendita diretta. Ci sono clienti che mi conoscono da quando ero piccola e altri che sono affezionati alla nostra famiglia da decenni».
In tempo di covid per Elena la sfida è stata duplice: da una parte l’attività agricola e la vendita diretta da continuare nonostante le chiusure, dall’altra la sua prima gravidanza, che si è conclusa ad agosto con la nascita del suo bambino. «Durante il lockdown tra marzo e aprile – racconta – abbiamo sempre tenuto aperto il nostro banco al mercato di Mogliano, ma per alcuni clienti le disposizioni impedivano di raggiungerci e così per loro abbiamo attivato le consegne a domicilio e le abbiamo mantenute fino a che la mia pancia me l’ha permesso…».
Oggi la preoccupazione di Elena è quella che nessuno della sua famiglia si ammali di Covid: «Siamo molto attenti: non possiamo permetterci di perdere braccia per il lavoro, che deve continuare sempre, nonostante tutto».
Un giorno di raccolta, poi un giorno di vendita al mercato e poi ancora la raccolta e poi la vendita: un lavoro forse insolito per una giovane donna, ma che Elena vive con grande entusiasmo: «I miei studi mi hanno consentito di sviluppare conoscenze e di migliorare l’attività. Ad esempio abbiamo costruito una serra, sostituito i tetti dei capannoni e installato dei pannelli fotovoltaici, anche con il contributo di fondi europei specifici per i giovani imprenditori agricoli. Notiamo un incremento di famiglie giovani tra la nostra clientela: segno che c’è una crescente consapevolezza dell’importanza di mangiare sano, scegliendo prodotti di qualità e di stagione a km zero».
La fortuna di Elena, in questa emergenza, è stata proprio quella di aver scelto la vendita diretta: «Fossimo stati legati al mondo della ristorazione saremmo stati più colpiti dalla crisi. E poi, aver potuto lavorare all’aperto mentre tanti erano chiusi nei loro appartamenti non ha prezzo. Io mi sentivo libera, quasi privilegiata. E’ un lavoro impegnativo, che non ha orari e che è soggetto ai cambiamenti climatici, certo. Ma dà tante soddisfazioni: quando è la natura che decide, come sempre, anche i ritmi della tua vita, ci si riappropria quotidianamente del proprio esistere». Nonostante…
Francesca Bellemo
(Il racconto di Elena fa parte della rubrica “Nonostante”, che Gente Veneta dedica ogni settimana a chi resiste alla pandemia e cerca di reagire alla crisi vivendola come opportunità)