Non siamo in lockdown, ma è come se lo fossimo. Venezia senza turisti e con i pochi residenti rimasti vive una situazione surreale dove a soffrire non sono solo i commercianti ma anche gli albergatori. Gli hotel che ancora sono aperti senza turismo infatti non resisteranno per molto, viste le eccessive spese di gestione. «Il calo del fatturato supera l’80%. È stato un anno disgraziato tenendo conto anche del post acqua alta» dice Claudio Scarpa, direttore di Ava, l’Associazione Veneziana Albergatori che tra Venezia e Mestre conta 420 soci, dall’albergo più prestigioso fino alla pensione più semplice.
Sta chiudendo tutto. In questa settimana hanno iniziato a chiudere quasi tutte le strutture: «È come essere tornati al lockdown» afferma, sottolineando un crollo di oltre il 70 % nel riempimento delle stanze. «Mancando la clientela rimarranno aperti solo pochi alberghi per garantire il servizio ai giornalisti, ai tecnici delle imprese e agli esponenti del governo e della pubblica amministrazione» spiega, dicendo che dall’esperienza del primo lockdown in città erano rimasti aperti solo una decina di hotel, per altro quelli più piccoli in grado di contenere maggiormente le spese.
In tutto questo gli albergatori sono disperati, anche perché i contributi arrivati dallo Stato sono insufficienti: «Gli aiuti economici e i rinvii di alcune tasse non bastano, bisogna fare di più. Occorre uno sforzo per far arrivare cifre importanti. Abbiamo proposto un piano Marshall per i centri storici di Venezia, Firenze e Roma, le aree più colpite d’Italia. Ci vogliono finanziamenti a pioggia per consentire la rinascita delle città e la sopravvivenza delle imprese se si vuole evitare che gli imprenditori nella disperazione vendano i loro immobili e che il mercato internazionale o quello malavitoso ne approfittino».
Quello che impaurisce è l’incertezza di come uscire da questa terribile situazione, anche se gli albergatori stanno già riprogrammando il futuro: «Abbiamo visto che l’emergenza con il periodo estivo si riduce e la prospettiva del vaccino infonde ancora più ottimismo. Giugno – sottolinea Scarpa – sarà il nuovo 25 aprile della nostra era, nei mesi estivi si ricomincerà a ricostruire l’economia turistica del Paese». Il secondo semestre del 2021 sarà di crescita: «Si ricomincerà a lavorare, bisogna solo tenere duro. Ci vorranno però almeno sei mesi per tornare ad essere operativi ad un livello vincente. La ripresa vera avverrà nel 2022» sostiene fiducioso Scarpa. Venezia non ha bisogno di pubblicità, ma non dovranno ugualmente mancare progetti promozionali importanti: «Ci concentreremo sulla celebrazione dei 1600 anni della città, un’occasione per rilanciarla a livello mondiale» dice, spiegando che il lancio avverrà soprattutto sul web e che l’iniziativa avrà l’appoggio dell’Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo. «Un grandissimo evento su cui intendiamo investire molto». (F.C.)