La grave situazione che stiamo vivendo a causa del riaccendersi della pandemia da Covid-19 ci spinge a chiedere con più forza la grazia della salute per noi e per il nostro popolo. Proprio durante le diverse pestilenze che hanno colpito la città di Venezia, i suoi abitanti, insieme a tutte le genti venete, hanno saputo confidare nella Vergine Santa e, sostenuti dalla sua intercessione, non hanno mai smesso di rivolgersi con fiducia al Signore. Ecco allora che – oggi più che mai – è utile educare con maggior fervore il popolo di Dio – in particolare i giovani – a crescere in questo atteggiamento di fiduciosa preghiera. È utile stare insieme ai piedi della Madonna della Salute e dirgli – ecco il tema di quest’anno – “Salva o Maria chi t’ama”.
Il gesto si articolerà dunque in questo modo:
1. Alle ore 19.30 del 20 novembre un piccolo gruppo di si ritroverà in Basilica della Salute – facendo attenzione a mantenere gli opportuni distanziamenti previsti dalla vigente normativa – insieme al Patriarca Francesco e alla comunità del Seminario. I giovani presenti saranno (nei limiti del possibile) espressione della Chiesa veneziana, dei suoi diversi ambiti e territori.
2. Il gesto sarà ripreso in diretta attraverso i social del settimanale diocesano Gente Veneta (Facebook e Youtube) per tutta la sua durata in modo tale che le
diverse comunità parrocchiali etc. possano unirsi spiritualmente alla preghiera secondo le modalità che riterranno più opportune.
3. Dopo una breve introduzione inizierà la preghiera semplice del Santo Rosario guidata dai giovani che si alterneranno tra una decina e l’altra.
4. Concluso il Rosario il Patriarca proporrà una riflessione al termine della quale accenderà un cero davanti all’icona della Madonna della Salute. Sarebbe bello che lo stesso semplice gesto venisse ripetuto in contemporanea anche nelle diverse chiese e case esponendo un cero sul davanzale della finestra.
5. Prima della benedizione finale il Patriarca reciterà l’invocazione alla Madonna della Salute da lui stesso composta in occasione del precedente lockdown. Tutti sono invitati a unirsi a lui. Ai parroci viene chiesto, in questo, il suono delle campane in tutta la Diocesi.
Con la benedizione finale si conclude il gesto.