Laura Friselle è il presidente del rinnovato consiglio di amministrazione dell’Opera Santa Maria della Carità. La nomina è stata resa nota oggi pomeriggio, lunedì 12 ottobre, presso il palazzo patriarcale, dal Patriarca Francesco Moraglia (nella foto d’apertura: la nuova presidente, il Patriarca e il presidente uscente, Massimiliano Cristofoli Prat).
È la prima volta di una donna alla guida di questa importante realtà assistenziale veneziana. Crescono le “quote rosa” in organismi diocesani dopo la nomina di Suor Simone Pereira de Araújo, nuovo Economo Diocesano.
La Fondazione, articolata in una decina di strutture, nata per volere del Patriarca Roncalli su ispirazione e promozione di mons. Olivotti, si premura di sostenere minori, anziani, persone con disabilità fisica ed intellettiva, persone con problematiche psichiatriche, malati di Aids, persone con malattie non più guaribili e chi ha problemi di dipendenze da droga e alcool.
Laura Friselle, avvocato, già impegnata in passato in altri organismi assistenziali, succede a Massimiliano Cristofoli Prat, che aveva ricoperto la carica ad interim dopo la scomparsa improvvisa del diacono Gianfranco Fiorin. I nuovi membri del consiglio di amministrazione sono Giovanni Traverso (commercialista), Alessandro Sinisi (consulente del lavoro), arch. Giovanni Battista Girello, Mauro Zulian (medico, dirigente Ulss3).
Don Fabrizio Favaro, vicario episcopale per gli affari economici del Patriarcato, commenta: «Questa nuova consigliatura avrà la responsabilità di continuare l’opera di riordino amministrativo e finanziario intrapreso con coraggio dal consiglio uscente, mettendo ancora più a fuoco la missione dell’Opera Santa Maria della Carità, all’interno della concreta realizzazione delle opere di misericordia corporale che la Diocesi ordinariamente compie, nella sua missione attraverso una pluralità di soggetti».
Nel suo testamento spirituale mons. Giuseppe Olivotti (Venezia, 15 giugno 1905 – Venezia, 9 marzo 1974) vescovo ausiliare del Patriarcato di Venezia, intensamente dedicato alle opere di carità e al sostegno delle missioni con un impegno profondo, riserva all’Opera un passaggio significativo: «Raccomando a tutti, per il bene dell’Opera, somma carità e pazienza vicendevole e così continuare in cristiano spirito di collaborazione il lavoro benefico a favore dei nostri Ospiti».
Di questa ideale ispirazione il diacono Gianfranco Fiorin si era fatto continuatore. Veneziano, diacono permanente dal 2009, Fiorin si è spento in modo repentino il 13 maggio del 2019, a pochi giorni dal suo 79° compleanno. Già prodirettore della Caritas diocesana, con una lunga esperienza lavorativa come dirigente in ambito bancario, era stato nominato nel 2013, dal Patriarca Francesco Moraglia, presidente dell’Opera Santa Maria della Carità.
Il Patriarca Francesco, non appena appresa la triste notizia, lo aveva ricordato come «un professionista serio, capace e competente, dotato di senso ecclesiale e spirito di comunione. Figura di sposo e padre esemplare, è stato un diacono sempre disponibile ad andare lì dove era richiesta la sua opera, quale essa fosse. Aveva un bel rapporto con il Vescovo, con i preti e gli altri diaconi della Diocesi. Nell’Opera Santa Maria della Carità si è impegnato moltissimo, con stile e dedizione, alla ricerca sempre del meglio».