Dopo mesi di forzata e imprevista mancanza della dimensione corporale nella nostra quotidianità, soprattutto nella vita di fede e nelle relazioni, ormai pratici di video meet e abituati a incontri filtrati da uno schermo, come non interrogarsi sul rapporto tra corporeità e tecnologia, tra reale e virtuale?
“Non si tratta di una dualità ma di una polarità dialettica” ha spiegato oggi ai partecipanti del Campo Giovani Famiglie dell’Azione Cattolica diocesana – che si sta svolgendo a San Vito di Cadore – don Luca Peyron, direttore dell’ufficio di Pastorale Universitaria dell’Arcidiocesi di Torino e docente universitario di Spiritualità dell’Innovazione e Sociologia dell’Innovazione a Torino e Roma.
“Il riconoscerci figli e vivere da figli, in Gesù, ci permette di stare in questa polarità e affrontare cristianamente la sfida educativa e pastorale che ci lancia il nostro tempo, tornando al mandato che Dio ha affidato all’uomo: dare un nome a tutte le cose”.
La preziosa, e a tratti “scomoda”, riflessione offerta da don Luca è stato il secondo appuntamento del percorso formativo di questa settimana, che si concluderà venerdì 14 con la meditazione sui “gesti di Gesù” guidata da don Gianni Bernardi.