In un contesto economico che porta ancora i segni di un’emergenza sanitaria che ha bloccato per mesi il Paese intero, mettendo buona parte delle attività in ginocchio, soprattutto quelle legate al turismo, c’è chi un sospiro di sollievo può dire in fondo di averlo tirato.
È il caso del settore legato ad agricoltura e giardinaggio che ha rappresentato una sorta di àncora di salvezza per molti. Perché se da una parte la gente si è trovata costretta a restare chiusa in casa per contenere il contagio, dall’altra dedicarsi alla cura del verde dei propri balconi, terrazze e giardini ha permesso di evadere da una realtà che stava stretta, faticosa da accettare seppur necessaria.
La conferma arriva anche dalla cooperativa sociale “Laguna fiorita”, a Cannaregio, dal ‘92 impegnata nell’attività di floricoltura e manutenzione delle aree green. «In confronto ad altre realtà cittadine – commenta Alessandra Susanetti, responsabile dell’ufficio – dobbiamo essere contenti perché ci siamo “salvati”. All’inizio temevo sarebbe andata molto peggio, ero entrata in uno stato depressivo».
Ma i fatti hanno presto smontato ogni preoccupazione. «Abbiamo chiuso il 13 marzo in una situazione in cui già giorni prima dello stop c’erano state delle disdette per la manutenzione dei giardini».
Poi, il 14 aprile la svolta, offrendo alla propria clientela un servizio mai avviato prima: una vendita online con consegna gratuita a domicilio. «Quando il governatore Zaia, già ai primi di aprile, aveva permesso ai vivai di riaprire, abbiamo iniziato ad essere tempestati di messaggi da parte della gente che ci chiedeva se avrebbero potuto fare acquisti online. Così abbiamo pensato di provare», spiega Alessandra, raccontando di come abbiano sfruttato Facebook e Whatsapp per condividere foto, nome e prezzo delle piante in vendita, realizzando una sorta di catalogo. E il successo è stato immediato, tanto da effettuare in media anche più di dieci consegne al giorno – non solo in centro storico ma anche a Murano e alla Giudecca – attraverso il lavoro di un paio di dipendenti che si sono resi disponibili nel servizio. Clienti affezionati ma anche di nuovi, disposti a spendere dai 30 ai 100 euro circa. Gente già abituata a curare il verde di casa propria ma anche tanta desiderosa di lanciarsi nel mondo del green per la prima volta, pur di scampare alla monotonia della quarantena. Uno sfogo come tanti che ha permesso di tenere mente e mani impegnate per qualche ora. «Il giardinaggio è stata un’attività terapeutica – evidenzia Daniela Toso, socia e dipendente – le persone non vedevano l’ora di ricevere le piante in casa. C’è anche chi ha realizzato l’orto in terrazza».
Insomma, un servizio che ha permesso alla cooperativa veneziana di restare a galla tanto da registrare in aprile, in termini di vendita, lo stesso incasso del 2019.
«Al 31 giugno parliamo di un calo del fatturato di 100mila euro e di una diminuzione dei costi della stessa cifra», dice Alessandra, correlando però la perdita alla sospensione (ora ripresa, ma «quel che è perso è perso») della manutenzione dei giardini e alla mancata richiesta delle forniture negli alberghi. Seppur attraverso ingressi contingentati (tuttora mantenuti oltre all’uso della mascherina), “Laguna fiorita” ha riaperto le porte al pubblico il 27 aprile. Una data difficile da dimenticare, proprio come l’andamento del resto della settimana.
«Quel giorno ci è stato detto che la coda fosse lunghissima, fin giù dal ponte di fondamenta dell’Abazia. Il motivo? La gente – afferma Alessandra sorridendo – non vedeva l’ora di poter fare acquisti da noi: siamo stati un pretesto per uscire di casa. Ricordo che a fine giornata ero sbalordita poiché abbiamo registrato l’incasso più alto che io abbia mai visto in più di vent’anni di lavoro. Ed anche i giorni seguenti hanno continuato a comprare tutto ciò che era possibile. Non solo piante ma anche vasi e terra in gran quantità».
Marta Gasparon