«Il Coronavirus non deve uscire dalla caserma Serena. Quella caserma è zona rossa, dal punto di vista sanitario». Lo sottolinea il presidente del Veneto, Luca Zaia, facendo il punto sulla situazione della pandemia in Veneto, con particolare riferimento al nuovo, importante focolaio che si è acceso nell’ex struttura militare, in Comune di Casier, alle porte di Treviso.
Le 131 persone – 130 ospiti stranieri e un operatore italiano – risultate positive al Coronavirus devono rimanere nell’area della caserma fino a quando non torneranno positive. E altrettanto accadrà per gli altri quasi 200 ospiti, che al tampone fatto in questi giorni sono risultati negativi. «Ogni sette giorni – riprende Zaia – torniamo a fare il tampone alla “Serena”. Ma a nessuno di loro venga voglia di alzare la voce per chiedere di uscire. È la legge che lo impone: la quarantena va fatta lì».
Un invito viene dal Governatore anche affinché si faccia avanti chi, tra i cittadini del territorio, abbia avuto contatti recenti con i migranti che vivono nell’ex caserma. Un certo numero di essi, infatti, ha fatto lavoretti, nelle settimane scorse, presso attività della zona. «All’Ulss non interessa fare indagini amministrative; perciò chi è venuto in contatto lo segnali: si farà un tampone e basta».
L’occasione, per il presidente della Giunta regionale, è buona anche per chiedere di rivedere definitivamente il modello di accoglienza dei migranti: «Strutture come la caserma “Serena” e altre simili devono essere dismesse. È ormai certificato che questo sistema di ospitalità è fallimentare. Lo è sia dal punto di vista sanitario che culturale e sociale: in tutti i sensi».