Il Coronavirus che viene dalla Serbia è più aggressivo e pericoloso di quello diffusosi in Veneto. Lo stabilisce uno studio genetico: la sequenziazione del virus contratto in Serbia dall’imprenditore vicentino e dai suoi tre compagni di viaggio che, alla fine di giugno, si sono infettati durante un viaggio di lavoro in quel Paese.
«Nei 4 tamponi la carica virale era molto elevata», spiegano Antonia Ricci, direttrice dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, e il collega Calogero Terrecino, che hanno coordinato lo studio. «I virus dei 4 tamponi – continuano i due studiosi – sono identici fra loro e appartenenti al cluster dei virus isolati in Serbia, ben diversi dai virus isolati finora in Veneto e in Italia».
Una circostanza, questa, che mostra come i virus “d’importazione” possano più facilmente essere diversi da quelli circolanti in Italia e frutto di mutazioni genetiche, sia pure minime.
«Ad oggi – precisano però Ricci e Terrecino, invitando alla prudenza sui giudizi – non è possibile associare specifiche mutazioni alla diversa patogenicità del virus, perché finora non ci sono abbastanza studi che mettano in relazione le forme cliniche con le mutazioni del virus».
In sostanza, non si può dire con certezza che quelli esteri siano virus più contagiosi; e, in effetti, dopo l’infezione dell’imprenditore vicentino e dei suoi compagni di viaggio, non si sono registrati picchi di nuovi contagi fra le persone che, già da positivi, hanno frequentato una volta rientrati nel Vicentino.
Ma il fatto che il manager sia ancora oggi ricoverato in terapia intensiva fa invece pensare ad una maggiore aggressività del Covid di origine serba.
«Da tutto ciò non deriva nessuna considerazione razzista», commenta il presidente del Veneto, Luca Zaia, durante l’incontro di aggiornamento sull’epidemia, dalla sede della Protezione civile regionale, al quartiere Cita di Marghera.
«Il fatto è però – continua Zaia – che abbiamo focolai domestici che non ci preoccupano, ma ci preoccupano ceppi di virus portati da fuori, per i quali abbiamo intensificato i controlli. La Serbia, probabilmente, sta vivendo oggi quello che noi abbiamo vissuto in marzo: in quel Paese e in altri c’è la prima ondata in corso, che poi si spegnerà come da noi. Ma intanto il loro virus è più aggressivo».
Che fare? Il Governo italiano, ricorda il Governatore Zaia, ha già bloccato i voli provenienti da 13 Paesi considerati pericolosi: «Ma i controlli vanno fatti con rigore. Non è una questione di razze, ma di sicurezza sanitaria». (G.M.)