Il Veneto passa da rischio di contagio basso a rischio elevato per il comportamento di un cittadino. E il presidente del Veneto Zaia annuncia: «Se le motivazioni e il richiamo all’etica e al rispetto non servono, inaspriamo le regole. Lunedì presenterò una ordinanza con regole più rigide». Probabili il trattamento sanitario obbligatorio per chi è positivo e il controllo rigido per coloro per i quali viene disposto l’isolamento fiduciario. Oltre a multe severe: «Gli attuali mille euro sono niente», dice Zaia: «Per me dovrebbe essere previsto il carcere».
Tutto nasce da un episodio dei giorni scorsi, di cui è stato appena ricostruito il profilo. Un cittadino torna il 25 giugno – è la narrazione che ne fa il Governatore – da un viaggio di lavoro in Serbia; e viaggia dalla Serbia insieme ad altre due persone. Quel giorno stesso inizia ad avere sintomi: febbre, malessere generale, inappetenza, dolori articolari…
Il 26 e 27 giugno, nonostante i sintomi, partecipa ad una festa privata, ad un funerale e si intrattiene con conoscenti nel suo paese. «Il 28 – prosegue Zaia – si reca al pronto soccorso, nel Vicentino, gli viene fatto il tampone e risulta positivo. Gli viene proposto il ricovero, che rifiuta. Al che io dico: tu sei padrone della tua vita, ma se metti a repentaglio quella degli altri, il ricovero dev’essere coatto».
Il cittadino, comunque, non migliora e il 1° luglio deve per forza essere ricoverato in ospedale; poi ulteriore peggioramento e adesso è in rianimazione.
Ma in sei giorni questa persona e le altre due – anzi, tre, perché poi si scopre che c’era anche una quarta persona nella comitiva di ritorno dalla Serbia – hanno contatti con altre persone. Risultato, del tutto provvisorio: in questo momento ci sono 52 persone messe in isolamento nel Vicentino e 37 nel Veronese; e si continua ad andare a caccia di altri contatti.
Si aggiunge anche l’ulteriore ostacolo creato da una donna, che è fra i contatti della persona oggi in terapia intensiva – e che gestisce una profumeria ad Adria, precisa Zaia – che nega ai sanitari informazioni sui contatti avuti a sua volta per lavoro.
«Così andiamo allo schianto», è il commento del Presidente del Veneto: «Abbiamo un centinaio di persone andate in isolamento solo perché nessuno ha avuto coraggio di fermarsi. Abbiamo dato disposizione di avere tolleranza zero e se ci sono elementi per fare denuncia a carico di chi si comporta così, denunceremo. Non è dittatura: non possiamo permettere che ci sia diffusione del virus per l’irresponsabilità di alcune persone». (G.M.)