Per tanti è stato davvero un ritornare finalmente a casa, come titolava domenica scorsa il foglio parrocchiale “La Borromea”. E così già alla prima messa della “ripresa”, alle ore 8 di lunedì 18 maggio, nel Duomo di S. Lorenzo di Mestre c’era almeno una ventina di persone, più alcune altre che si sono aggiunte in corso di celebrazione.
«Ringraziamo il Signore – ha detto all’inizio dell’omelia il parroco mons. Gianni Bernardi – che possiamo riprendere a celebrare, pur con i sacrifici che ci sono richiesti, a cominciare dalla mascherina che sembra quasi soffocare la nostra libertà… Ringraziamolo anche perché le cose sembrano finalmente andare per il meglio, ci sono meno sofferenze ed è questa la cosa principale e che deve restare sempre il nostro criterio di giudizio, anche quando avremmo il desiderio di una libertà più piena che, però, può non essere possibile se vogliamo rispettare la vita di tutti».
Nello stesso giorno poi, alla messa serale presieduta dal vicario parrocchiale don Lorenzo De Lazzari, si è anche superata la novantina di presenze. «Mi ha colpito molto il sentimento delle persone – commenta don Gianni -, avevano voglia di partecipare, di ritrovarsi qui nella chiesa parrocchiale con i compagni di fede e di discepolato e, insieme, stare con il Signore. C’era anche chi era sinceramente commosso e più di qualcuno me lo ha fatto notare».
Ma il vero banco di prova a S. Lorenzo si avrà, ovviamente, domenica prossima con l’afflusso di gente più significativo, tanto più che le disposizioni per la ripresa delle celebrazioni hanno comportato importanti novità nel programma abituale.
A cominciare dagli orari delle Messe mattutine della domenica che, in Duomo, non potranno più essere a cadenza oraria (come avvenuto finora nei periodi normali, estate esclusa) ma sono ora fissate alle 8.30, 10.00 e 11.30, per consentire una corretta sanificazione e igienizzazione del luogo di culto e della sacrestia nonché l’ingresso e l’uscita senza assembramenti di fedeli; restano, invece, confermate le messe serali del sabato e della domenica (alle 18.30), nonché quelle dei giorni feriali (8.00 e 18.00). Il numero massimo di presenze a S. Lorenzo è stato calcolato in 165 persone e, quindi, l’invito è quello di arrivare per tempo alla celebrazione domenicale poiché i posti sono limitati. «Arrivati al numero massimo consentito – afferma don Gianni -, purtroppo non potrà entrare più nessuno. Questa è una cosa che ci dispiace molto, ma non si può fare diversamente».
Si accederà in chiesa esclusivamente dal portone centrale che dà su piazza Ferretto mentre gli accessi laterali saranno utilizzati per l’uscita; all’ingresso si provvederà all’igienizzazione delle mani (via, dunque, i guanti che eventualmente si avevano prima…) con il gel alcolico e poi si prenderà posto dove indicato da alcuni volontari – presenti, almeno nelle prime domeniche, come servizio d’ordine già alle porte e poi dentro il Duomo – o comunque dove è affisso il simbolo apposito.
Alla comunione ci si recherà con ordine – e a debita distanza gli uni dagli altri – davanti al ministro che porgerà l’Eucaristia sulla mano (senza toccarla!) del fedele; le offerte in denaro non saranno raccolte come di consueto, ma potranno essere depositate all’ingresso in contenitori appositi.
Per quanto riguarda le altre chiese legate alla parrocchia di S. Lorenzo valgono, nella sostanza, le stesse misure e indicazioni sanitarie ma non sono stati necessari cambiamenti orari.
Nel Santuario diocesano della Madonna della Salute (capienza massima 52 persone) le Messe sono confermate alle ore 10.00 nei giorni feriali e alle 11.00 nei festivi; nella chiesa di S. Girolamo (dove potranno accedere al massimo 76 fedeli) le Messe si svolgono di nuovo alle 9.00 di ogni mercoledì e venerdì e poi alle 9.30 della domenica.
Alessandro Polet