Radicchio di Chioggia IGP per il 50 per cento invenduto nei frigoriferi o addirittura distrutto. Il grido di allarme di Confagricoltura Venezia fa eco alla lettera inviata qualche giorno fa all’assessore regionale Giuseppe Pan dal sindaco di Chioggia Alessandro Ferro, e da Daniele Stecco, assessore alle Politiche Agricole.
“La solidarietà dimostrata dall’amministrazione di Chioggia è importante per sollecitare un intervento adeguato e tempestivo da parte del Governo e della Regione – dichiara Giulio Rocca, presidente di Confagricoltura Venezia. – Il blocco del turismo e della ristorazione ha prodotto degli eccessi di prodotto fresco, in particolare dei prodotti orticoli, che non si sa come smaltire. Il fatto è che a questo punto agli agricoltori non conviene nemmeno raccogliere il prodotto, un paradosso davvero tragico!”
“Come spesso succede in agricoltura le coincidenze di diversi fenomeni causano una catastrofe – spiega Nazzareno Augusti, segretario di zona a Chioggia per Confagricoltura. – Il Radicchio precoce è coltura che richiede 10 o 12mila euro di investimento iniziale per ettaro. Questo investimento in genere deve essere recuperato dopo tre mesi di coltivazione con vendite concentrate in un periodo di circa un mese. Purtroppo quest’anno a cavallo tra marzo e aprile sono coincisi i fenomeni assolutamente straordinari: il drastico calo dei consumi a causa della chiusura della ristorazione collettiva e il blocco quasi totale delle esportazioni a causa dell’emergenza Covid-19. Come conseguenza commercianti e industrie di lavorazione si sono trovati con i frigoriferi carichi del prodotto invernale immesso nel mercato fino a esaurimento, rallentando gli acquisti del prodotto novello”.
Tra gli elementi di preoccupazione però anche l’andamento climatico con gelate tardive e lunghi periodi di siccità. “La mancanza di pioggia lungo la fine dell’inverno e l’inizio della primavera stanno pesando tantissimo sulle coltivazioni – riprende Nazzareno Augusti. – La terra è arsa e si spacca mettendo a repentaglio semine e colture. Gli ortolani sono profondamente provati da queste calamità che si succedono una all’altra. Per questo è necessario attivare al più presto dei fondi di sostegno che sono stati richiesti al Governo e all’assessore regionale all’agricoltura”.