C’è chi trasmette la messa in diretta e chi no, ma se potesse lo farebbe. Poi c’è chi è più perplesso, e chi, invece, è nettamente contrario. Non alla diretta in assoluto. Però… «La messa non è uno spettacolo da mandare in onda». E un altro punto a sfavore è che si finisce per disperdersi in tanti streaming. «Meglio piuttosto convogliare i fedeli, anche i nostri parrocchiani, alle celebrazioni del patriarca. Don Sandro Manfrè è diretto. Sa che in questo periodo fioccano le celebrazioni parrocchiali in rete in tempo reale.
La sua parrocchia, S. Lorenzo Giustiniani, alla Cipressina, è un po’ isolata dal quartiere: non passa tanta gente. «Se faccio qualche giretto, riesco a incontrare le persone per strada e almeno salutarle. Credo che in questo momento si senta bisogno soprattutto di un incoraggiamento, perché si percepisce che c’è paura».
Non ha ricette particolari da vendere, per far fronte a una quarantena sociale che ferma o rallenta molte attività. Però i contatti nei limiti del possibile continuano ad esserci. I bambini del catechismo non sono trascurati. Per loro don Sandro ritiene utili le schede dell’ufficio catechistico. Senza contare che c’è materiale buono anche da parte di altri colleghi. Suggerisce, in particolare, i sussidi di don Giorgio Scatto. Inoltre… «Invio qualche messaggio, qualche video. Ci sono gli incontri su Skype. E le iniziative dei singoli catechisti… Cose straordinarie, no… solo quelle che riusciamo a fare tutti».
Giovanni Carnio