«Noi non siamo già più in lockdown: siamo in mezzo lockdown»: è la constatazione del Governatore del Veneto, Luca Zaia, a proposito della situazione attuale del mondo delle imprese e del lavoro nella regione.
Questo dipende, spiega Zaia nel briefing quotidiano sull’emergenza Coronavirus, dal fatto che molte aziende hanno ottenuto dalle Prefetture di poter riprendere ad operare: in queste settimane hanno chiesto la deroga alla chiusura, motivandola, e in base al meccanismo del silenzio-assenso, non avendo avuto alcuna comunicazione dal Prefetto, hanno riaperto i battenti.
E adesso che il nuovo Dpcm ormai prossimo all’emanazione, sembra voler prorogare la chiusura delle attività economiche non essenziali fino al 3 maggio? «Vediamone prima il testo – risponde Zaia – ma propongo che venga identificato un pacchetto di aziende finora chiuse, ma che intendano riaprire, e accogliamo la loro disponibilità, gradualmente. Magari anche con attenzione geografica: chi ha iniziato prima a chiudere sia anche il primo, se ce ne sono le condizioni, a riaprire. Altrimenti a Vo’ cosa facciamo fare? Una quarantena tripla?».
Per Zaia la riapertura graduale ha bisogno che sia rispettata una sola condizione: «Che si regolarizzi il commercio delle mascherine. Cioè che il Governo ritiri la disposizione per cui le mascherine importate dall’estero possono essere sequestrate in fase di sdoganamento, per destinarle alla protezione civile. Così, dato che il mercato ne offre oggi in gran quantità, sarà facile e non troppo costoso dotarne tutti i lavoratori».
Chi però, nell’economia veneta, sente più forte lo stop totale e rischia di più una riapertura molto lenta, è il settore del turismo. Per esempio quello delle spiagge: «La stagione estiva – ribatte Zaia – noi la facciamo. Siamo pronti anche a fiumi di turisti per recuperare i mesi persi. Non esiste che non si faccia di tutto per fare la stagione estiva»