Distanti ma uniti, anche nella preghiera. A Murano si vive così questa insolita e drammatica Settimana Santa, che culminerà con la Pasqua e che proprio domenica di Pasqua avrà un momento simbolico di grande rilievo: don Luca Biancafior, il parroco, alle ore 12 si recherà al Ponte Longo e da lì, con il Santissimo, benedirà l’isola e tutta la sua comunità.
Un momento intenso, da vivere in comunione spirituale e che verrà condiviso in video, sui social. In effetti, però, tutto questo tempo di isolamento è stato mitigato dalle iniziative della Collaborazione pastorale per mantenere vivi i legami di comunità e per rispondere al desiderio di fede e preghiera di tanti.
Ogni mattina, infatti, don Luca invia tramite whatsapp, ai vari gruppi della Collaborazione, il commento ad una delle letture della liturgia del giorno, oppure un pensiero del Papa.
«Poi – aggiunge il parroco stesso – qui a Murano abbiamo due momenti comunitari, scanditi dal suono delle campane, alle 12 e alle 18. A mezzogiorno preghiamo – spiritualmente insieme, anche se ciascuno a casa propria – l’Ave Maria, mentre alle 18 leggiamo la preghiera alla Madonna della Salute composta dal Patriarca Francesco».
Non solo: «Raggiungo i chierichetti con un messaggio whatsapp e, attraverso il gruppo dei catechisti, un segnale e qualche parola arrivano un po’ a tutti. C’è bisogno di risentirsi comunità e spero che, finita l’emergenza, si riparta con il piede giusto: chi sceglie di lasciarsi prendere da Gesù Cristo tornerà a popolare le nostre chiese».
Questi giorni della Settimana Santa sono sostenuti poi da un sussidio che, dalla domenica delle Palme a domenica di Pasqua, scandisce le giornate secondo i momenti salienti della liturgia, offrendo testi e riflessioni. Un fascicolo stampato in cinquecento copie e distribuito nei negozi di alimentari così che i muranesi, facendo la spesa, possano portarselo a casa. I testi, comunque, sono reperibili anche nella pagina Facebook della parrocchia dei Ss. Maria e Donato.
«Le persone, qui a Murano – conclude don Luca Biancafior – sono brave, perché rimangono a casa e rispettano le regole. E direi che sono contente per questi piccoli gesti che consentono di sentire che la comunità cristiana c’è e che il bisogno di liturgia può trovare almeno parziale soddisfazione». (G.M.)