Le parole del Papa. L’indulgenza plenaria.
In quali casi è possibile l’assoluzione generale collettiva.
Incontrare la misericordia di Dio è sempre possibile, rivolgersi al Signore per riconciliare la propria vita con Gesù può realizzarsi anche se un fedele fosse impossibilitato legittimamente a confessarsi di persona da un sacerdote.
È quanto ha ricordato stamattina Papa Francesco, durante la Messa feriale trasmessa in diretta televisiva: «Io so che tanti di voi, per Pasqua, andate a fare la confessione per ritrovarvi con Dio. Ma tanti mi diranno oggi: “Ma padre, dove posso trovare un sacerdote, un confessore, perché non si può uscire da casa? E io voglio fare la pace con il Signore, io voglio che Lui mi abbracci, che il mio papà mi abbracci … Come posso fare se non trovo sacerdoti?”. Tu fai quello che dice il Catechismo. È molto chiaro: se tu non trovi un sacerdote per confessarti, parla con Dio, è tuo padre, e digli la verità: “Signore ho combinato questo, questo, questo … Scusami”, e chiedigli perdono con tutto il cuore, con l’Atto di dolore e promettigli: “Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso”. E subito tornerai alla grazia di Dio. Tu stesso puoi avvicinarti, come ci insegna il Catechismo, al perdono di Dio senza avere alla mano un sacerdote. Pensate voi: è il momento! E questo è il momento giusto, il momento opportuno. Un Atto di dolore ben fatto, e così la nostra anima diventerà bianca come la neve».
Il Santo Padre ha citato implicitamente i numeri 1451, 1452 e 1457 del Catechismo della Chiesa Cattolica relativi alla contrizione e alla confessione.
In particolare, nel terzo numero citato, vi è un rimando al canone 916 del Codice di Diritto Canonico che recita così: «Colui che è consapevole di essere in peccato grave, non celebri la Messa né comunichi al Corpo del Signore senza premettere la confessione sacramentale, a meno che non vi sia una ragione grave e manchi l’opportunità di confessarsi; nel qual caso si ricordi di porre un atto di contrizione perfetta, che include il proposito di confessarsi quanto prima».
In linea con quanto ha richiamato il Papa, il dicastero vaticano della Penitenzieria Apostolica ha promulgato oggi un decreto che concede l’indulgenza plenaria ai malati affetti da Covid-19, ai medici e ai paramedici e volontari che gli assistono, anche solo con la preghiera, nonché ai loro familiari.
L’indulgenza plenaria è estesa anche a tutti i fedeli che, come si legge nel decreto «in occasione dell’attuale epidemia mondiale, offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l’adorazione eucaristica, o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del Santo Rosario, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha chiamato a sé».
Al decreto segue una nota. Ritenendo urgente, infatti, provvedere a dare una risposta alla situazione allarmante e al bene delle anime, la Penitenziaria ha chiarito nella nota che accompagna il decreto in quali forme ed in quali modalità è possibile accedere all’assoluzione collettiva. Nello stesso decreto ricorda che, comunque, la confessione individuale rimane la via ordinaria per accedere al Perdono di Dio.
La nota della Penitenzieria continua stabilendo che: «Spetta sempre al Vescovo diocesano determinare, nel territorio della propria circoscrizione ecclesiastica e relativamente al livello di contagio pandemico, i casi di grave necessità nei quali sia lecito impartire l’assoluzione collettiva: ad esempio all’ingresso dei reparti ospedalieri, ove si trovino ricoverati i fedeli contagiati in pericolo di morte, adoperando nei limiti del possibile e con le opportune precauzioni i mezzi di amplificazione della voce, perché l’assoluzione sia udita». La nota ricorda anche che i vescovi possono, in accordo con le autorità sanitarie, isituire gruppi di «cappellani ospedalieri straordinari».
«Questa Penitenzieria Apostolica, inoltre, concede volentieri alle medesime condizioni l’Indulgenza plenaria in occasione dell’attuale epidemia mondiale, anche a quei fedeli che offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l’adorazione eucaristica, o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del Santo Rosario, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha chiamato a sé».
Un tema, questo della contrizione perfetta, particolarmente attuale a causa dell’emergenza Coronavirus, in quanto molti fedeli potrebbero trovarsi in isolamento e perciò impossibilitati a ricevere da un sacerdote l’assoluzione individuale. Secondo il portale di informazione della Santa Sede “Vatican News” questa è una via «per la misericordia di Dio aperta a tutti, che appartiene alla tradizione della Chiesa e che può essere utile a chiunque e in maniera speciale a quanti in questo momento sono vicini ai malati nelle case e negli ospedali».
Marco Zane
Riportiamo il link del bollettino ufficiale della Santa Sede dove è possibile scaricare i testi del Decreto e della Nota della Penitenzieria Apostolica:
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2020/03/20/0170.html