«Apprendiamo con stupore e disappunto che c’è chi suggerisce di chiudere tutto per 15 giorni. Le chiediamo di non ascoltare quelle sirene, perché sarebbe un errore gravissimo. Toglierebbe agli imprenditori la voglia di combattere. Priverebbe loro della possibilità di fare ciò che sanno fare: rendere grande questo Paese! Non abbiamo il DNA per stare a casa ad attendere. Sarebbe un logorio psicologico devastante. Lo stesso vale per tutti quei lavoratori che vivono l’azienda – e ce ne sono tantissimi – come se fosse loro. Questa è la forza della nostra PMI. Chiudere equivarrebbe a morire, con impatti devastanti anche sulla ripresa, che di sicuro ci sarà».
Lo scrive, in una lettera indirizzata oggi al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia e Rovigo.
«Nelle nostre fabbriche – continua Marinese – abbiamo già avviato controlli severissimi per tutto il personale, identificando in modo puntuale i comportamenti da assumere ed eliminando qualsiasi forma di trasferta. I rapporti interpersonali tra cliente e fornitore sono praticamente azzerati. Regole rigide, a tutela di tutte le componenti che fanno parte dell’azienda. Dobbiamo fare in modo analogo anche per la nostra vita quotidiana: l’impresa potrebbe certificare i movimenti dei propri dipendenti, limitandoli solo ed esclusivamente – e se strettamente necessario – dal domicilio alla sede di lavoro».
«Combattiamo questa guerra – conclude il presidente degli industriali – tutti uniti, fianco a fianco, adottando un comportamento corretto ed evitiamo di arrenderci. La chiusura sarebbe una resa».