«Nella nostra Regione, e in particolare nel veneziano, già da settimane oramai la mancanza totale di turismo ha avuto pesantissime conseguenze con un crollo dei consumi interni», afferma Giulio Rocca, presidente Confagricoltura Venezia. «Il prezzo del vino è sceso e c’è poco smercio dei prodotti agricoli freschi: questo già ora in bassa stagione. Quando arriveremo ad una Pasqua senza alcun turista ed ad una primavera, ad essere ottimisti, con poca affluenza non si sa cosa succederà. La preoccupazione è altissima, tutte le aziende agricole avranno un calo consistenze dei fatturati, ci potranno essere anche colture orticole lasciate nei campi e giacenze invendute nei magazzini».
C’è poi la questione della manodopera: «Gli operai stranieri sono scappati per paura delle quarantene proprio alla fine delle potature che in alcuni casi non sono state terminate ed in avvio della stagione primaverile, quando in campagna inizia il periodo più intenso di attività», sottolinea il presidente di Confagricoltura Venezia. – Anche per questo motivo abbiamo chiesto di ripristinare i voucher in modo da poter contare su una maggiore flessibilità. Ma chiunque può intuire che se, per un lungo periodo, non possiamo contare sui nostri lavoratori in modo stabile, possono entrare in crisi anche le nostre produzioni».
E infine quella degli agriturismi, molto diffusi e ormai una voce importante nel fatturato di parecchie aziende agricole: «Per capire quale sarà il costo per l’economia veneziana, basta pensare che contavamo su 37 milioni di presenze turistiche all’anno in tutta la Città Metropolitana, con una media di 60mila turisti al giorno solo a Venezia», riprende Rocca. «Ora Venezia, e tutto il Veneto, sono vuoti e tutto irrimediabilmente si è fermato con danni incalcolabili. Complessivamente in Veneto gli agriturismi sono circa 1450, di cui circa un centinaio nel veneziano; a livello regionale il fatturato annuale si aggirava sugli 83 milioni di euro: i mancati introiti ammontano a circa 100 mila euro al mese, mentre su scala regionale le disdette determinano mancati introiti calcolabili in 6,9 milioni di euro al mese. Per questo motivo chiediamo per un anno chiediamo la sospensione delle rate dei mutui, l’abolizione dei contributi INPS, una rimodulazione delle imposte di giugno».