«Un luogo dove normalità e diversità si fondono»: una brevissima frase che riassume lo scopo che ha portato Simona Guarraia e Roberto Viviani a fondare l’associazione “La casa di Ricky” a Caorle. Il nome di questa organizzazione di volontariato è stato scelto non a caso da Simona e Roberto: “La casa di Ricky” è il frutto dell’esperienza familiare vissuta con il figlio Riccardo, nato con una sindrome genetica rara che ha inciso sul suo sviluppo cognitivo e sulle sue capacità motorie. «Soprattutto nei suoi primi anni di vita, Riccardo ha dovuto affrontare notevoli problematiche – raccontano a GV Simona e Roberto – che hanno avuto riflessi anche sul suo ingresso nel mondo della scuola. Il primo impatto non è stato positivo. Tutto è però cambiato da quando abbiamo avuto la fortuna di conoscere l’ex dirigente dell’Istituto Comprensivo Palladio, la dottoressa Antonella Berardo, che ha avviato un progetto scolastico inclusivo ad hoc per il nostro Riccardo. Per i primi tre anni, quando i suoi problemi di salute non gli permettevano di stare a contatto con i coetanei, abbiamo avuto un’insegnante a domicilio e l’assistenza di un’operatrice socio sanitaria. Quando poi le condizioni di Riccardo lo hanno permesso, è entrato a scuola al pari dei compagni. E lì, lo abbiamo visto letteralmente fiorire».
Grazie all’inclusione, Riccardo ora cammina. Proprio grazie alla scuola, alla vicinanza con i compagni, al lavoro delle insegnanti di sostegno, ad una realtà pienamente inclusiva, Riccardo, pur con le sue fragilità, ha compiuto passi da gigante. «A 16 anni lo abbiamo visto cominciare a camminare. Quando la medicina si era ormai praticamente arresa, il lavoro dell’insegnante di sostegno ha aiutato nostro figlio a camminare». La positiva esperienza vissuta a scuola da Riccardo ha fatto riflettere i due genitori sull’importanza di offrire al figlio ed ai figli con fragilità delle altre famiglie di Caorle un luogo dove poter continuare a respirare un’atmosfera inclusiva, «un luogo inedito per tutti i ragazzi dove la normalità e la diversità si fondono – spiegano ancora Simona e Roberto –. Per fortuna per i ragazzi con fragilità esistono i centri diurni, ma volevamo offrire qualcosa in più, un ambiente che riuscisse a tirare fuori il meglio da ciascuno di loro, secondo le rispettive capacità e possibilità. E proprio questo è lo scopo che ci siamo prefissi quando circa 5 anni fa abbiamo cominciato a pensare alla “casa di Ricky”, essendo consapevoli che tante altre famiglie vivono la stessa esigenza e che se da soli si può cercare di affrontare la propria battaglia, solamente unendosi si può fare qualcosa di più grande».
Laboratori artistici e Grest. Nel creare questa associazione, raccontano ancora i due genitori «siamo stati supportati da un gruppo di amici uniti dalla passione per l’educazione e il futuro dei giovani, amici che, peraltro, hanno importanti professionalità». I primi passi de “La Casa di Ricky” vedranno i volontari impegnati nell’organizzazione di laboratori artistico-espressivi per fasce d’età che si svolgeranno nei locali del patronato della parrocchia Santo Stefano in orario pomeridiano. Durante i mesi estivi, l’associazione di volontariato collaborerà con la parrocchia nell’organizzazione del Grest, rendendolo accessibile anche ai ragazzi con fragilità, predisponendo attività mirate alle loro esigenze ed integrando ed adattando le proposte già offerte dalla parrocchia. Non solo i volontari de “La casa di Ricky” saranno presenti durante il Grest, ma l’obiettivo è quello di garantire anche la collaborazione di personale qualificato e specializzato nell’assistenza ai ragazzi con disabilità. In futuro, l’associazione mira anche a organizzare ulteriori iniziative che avranno sempre per fine quello di promuovere l’inclusione ed il valore della diversità. Da statuto, infine, l’associazione si impegna a difendere la dignità della persona sin dal concepimento ed indipendentemente dalle sue condizioni psicofisiche. «Ci auguriamo – concludono Roberto e Simona – che in futuro il seme che oggi stiamo piantando possa germogliare e che “la casa di Ricky” possa aiutare ad abbattere qualsiasi barriera, fisica, cognitiva ed emotiva, rendendo evidente che diversità e disabilità non devono essere intese come un fattore discriminante, ma come occasioni di crescita e confronto per tutti». La “casa di Ricky” doveva essere presentata ufficialmente venerdì 28 ma l’appuntamento è stato rinviato in ottemperanza alle ordinanze legate al Coronavirus.
Riccardo Coppo