Ripensare Venezia attraverso l’arte è possibile, riconoscendole un’identità di non mero patrimonio museale, ma di materia sempre viva di spazi che devono essere mantenuti e messi in relazione. E sono proprio quegli spazi della città meno battuti e delle risorse culturali annidiate nelle aree più autentiche e abitate della città, l’obiettivo di AltroVe, che come ne indica il nome, punta a proporre un’altra Venezia come città delle opportunità e luogo di attrazione per giovani artisti.
Attività formative in loco con nomi di punta del panorama accademico ed artistico di livello internazionale, abbinate a iniziative esperienziali come workshop con realtà produttive veneziane, mostre itineranti tra calli e campi, masterclass e borse di studio: in poco meno di un anno, Cescot Veneto, ente formativo di Confesercenti, ha messo insieme una squadra di giovani operatori culturali, artisti e creativi che, grazie al progetto Altro.Ve, finanziato dalla Regione Veneto, hanno scoperto un nuovo contesto urbano dove oltre allo spazio, si sono costruiti legami e valore tra l’Università, l’eccellenza artigianale e commerciale e la vivacità innovativa dell’offerta artistica contemporanea.
“Merende da Fallani”, per esempio, è stato il workshop di serigrafia nato fra Fondazione Malutta, che mette insieme un collettivo di giovani creativi eterogenei che ha scelto di vivere, formarsi e operare a Venezia, e la nota stamperia veneziana. Con l’occasione alcuni artisti della Fondazione, in collaborazione e sotto la guida di Gianpaolo Fallani, hanno sperimentato la tecnica, apprendendo processi e stili con l’obbiettivo di sviluppare un repertorio di opere, mettendo alla prova in ambito nuovo la propria ricerca artistica. Le serigrafie che gli artisti Andrea Grotto, Thomas Braida, Mattia Sinigaglia, Luisa Badino, Manuela Kokanovic e Nicola Facchini, hanno prodotto, sono state trasferite in altrettanti manifesti disseminati tra le calli e i campi della Serenissima e nell’entroterra di Mestre e Marghera, in una “mostra diffusa” tutta da scovare.
Durante una delle masterclass l’attenzione è andata anche su Campo dei Mori, divenuto oggetto, grazie al laboratorio dei due sound designer Marian Mentrup e dell’artista Giulio Squillacciotti, di un documentario audio costruito sui suoni e rumori caratteristici dell’area. La traccia fa riferimento alla storia dei tre fratelli Mastelli, che per la tradizione popolare sono i “mori” raffigurati in pietra sulle pareti del campo.
Infine grazie all’attivazione di 4 borse di studio, cosiddette di rientro e supervisionate dall’Università Iuav di Venezia, si sono potuti coinvolgere professionisti italiani richiamati dall’estero e artisti internazionali per sviluppare ricerche interdisciplinare in campo artistico-sociale allo scopo di ridisegnare l’offerta culturale veneziana, area in cui l’industria culturale da sola rappresenta oltre il 6 per cento del prodotto interno lordo.