Siamo al minimo dei nati nel XXI secolo: nel Comune di Venezia, l’anno scorso, solo 1.548 fiocchi rosa e azzurri. Un numero basso come non si era mai visto, dal 2000 ad oggi, nonostante l’apporto delle famiglie straniere.
È uno dei dati che emerge facendo il punto sul 2019 della popolazione veneziana, grazie ai dati del Servizio Statistica e Ricerca del Comune di Venezia. Basterà dire che nel 2000 si erano registrati 2.200 neonati e che dal 2012 si è scesi sotto quota duemila senza più toccarla ma, anzi, accrescendo la distanza.
Un così contenuto numero di nascite rende ancora più negativo il saldo naturale, cioè la differenza fra decessi e nascite. L’anno scorso, nel territorio comunale, si sono registrati 3.371 morti (1.847 femmine e 1.524 maschi); quindi più di due decessi per ogni bebè.
È evidente, quindi, che neppure il positivo saldo migratorio è sufficiente per arrivare a pareggio. Tant’è vero che la popolazione del Comune di Venezia è scesa, a fine anno, sotto quota 260mila, cioè esattamente a 259.605 persone, contro le 260.856 di dodici mesi prima.
I numeri negativi toccano ancora una volta la città d’acqua, che arriva a 52.168 abitanti stabili, ovvero 871 in meno nell’arco di un anno.
E’ il punto più basso della china, in una serie ininterrotta di cali dei residenti che continua dal dopoguerra. Basti pensare che, alla fine degli anni Quaranta, il centro storico era abitato da circa 175mila persone.
In vent’anni perso il 20% dei residenti. Ancora il 2000, cioè il principio del nostro secolo, era iniziato con un saldo di 66.945 persone, quasi 15mila più di oggi. In questo ventennio scarso, insomma, i residenti nella città d’acqua si sono ridotti di più del 20%.
A tamponare un po’ le falle di questa emorragia c’è, come si diceva, il saldo migratorio con il segno più: l’anno scorso le persone che hanno portato la loro residenza in Comune sono state 6.730, contro 5.978 che se ne sono andate. Il che significa un saldo a +752.
Va detto, comunque che il saldo migratorio positivo si deve in larga parte agli stranieri che hanno trasferito la loro residenza stabile nel territorio comunale. Solo l’anno scorso sono stati 1.637, che hanno portato la popolazione residente straniera al 15,1% del totale.
«Questa amministrazione – commenta l’assessore comunale al Turismo, Paola Mar – si sta muovendo su più fronti per cercare di invertire la tendenza allo spopolamento. Intanto sono stati restaurati e affidati a inquilini residenti più di 700 appartamenti, di cui 360 in centro storico. Poi cogliamo il fatto che molte persone, in particolare italiane e con tasso culturale e di competenze alto, verrebbero volentieri a vivere a Venezia. Per questo ci impegniamo per diversificare le funzioni della città, aldilà della monocultura turistica. L’agenzia per l’ambiente, che speriamo arrivi in laguna, e il grande laboratorio per la gestione innovativa dei flussi turistici, che stiamo avviando, sono occasioni in cui credere a fondo e su cui investire per rivitalizzare la città e portarvi nuovi e giovani residenti».
Giorgio Malavasi