«La vostra presenza qui, oggi, e quella che garantirete nelle prossime ore durante il servizio volontario di raccolta di beni e generi alimentari nei vari luoghi della città rappresenta un segno di sicura speranza, di ripresa e di ripartenza nel segno di una solidarietà umana e carità cristiana concrete e di una vicinanza che, anche nei momenti più bui dei giorni scorsi, non sono mai mancati da parte di tante persone, giovani soprattutto».
È la sottolineatura che il Patriarca fa nell’omelia della Messa celebrata nel tardo pomeriggio di venerdì 22, nella chiesa degli Scalzi a Venezia, presenti in particolare i volontari della Colletta alimentare.
Mons. Moraglia cita Sant’Agostino e la sua distinzione fra una città terrena e la città celeste e si rivolge agli operatori della solidarietà: «Ricordate che non si tratta mai solo, o tanto, di una questione di altruismo o di benevolenza sociale/sociologica. Si tratta, piuttosto, di lasciare aperto il cuore e lasciarlo parlare, di spalancare la propria coscienza a quell’amore di Dio che ci spinge a fare quasi a gara nel “servizio vicendevole nella carità”, che ci porta a compiere atti concreti per provvedere al bene di tutti e ad adempiere puntualmente i nostri doveri nella vita familiare e nel contesto sociale, economico, culturale e politico di cui siamo pienamente parte».
L’accorgersi dell’altro in difficoltà – conclude il Patriarca, cui viene fatto dono della pettorina della Colletta – «è sempre un atto di carità ma anche di intelligenza e – proprio in questa unità – l’uomo, nel suo agire, diventa icona del Dio di Gesù Cristo che è sempre ed inseparabilmente Agape e Logos, ossia Amore e Verità».