La proposta di integrare nel territorio un forno crematorio è una costante delle amministrazioni comunali di Jesolo. Ma ora dalla proposta si sta per passare ai fatti. Nei primi anni 2000 il cimitero ha subito un importante intervento di ampliamento per far fronte al crescente numero di defunti e, parallelamente alla costruzione di ulteriori strutture, si è predisposta un’area da destinare alla costruzione di un forno crematorio. «La scelta – spiega il vicesindaco di Jesolo Roberto Rugolotto – è stata giustificata dalla richiesta sempre più elevata da parte delle famiglie dei defunti di provvedere alla cremazione. La volontà è quella di dare una risposta alle famiglie di Jesolo e del territorio, anche se siamo consapevoli che non è un percorso semplice». Infatti, nell’area metropolitana di Venezia il numero di forni crematori presenti è già quello massimo previsto dalla legge in rapporto al numero di abitanti.
«Tuttavia – sottolinea ancora il Vicesindaco – questi sono ubicati verso il centro della provincia, rendendo difficile per le zone del Veneto orientale accedervi comodamente». Casi recenti riportano attese protratte fino a due settimane per la cremazione nelle strutture di Spinea, Marghera e Venezia (San Michele in Isola). «Queste evidenti difficoltà – ribadisce il Vicesindaco – rafforzano la posizione della nostra amministrazione nelle trattative con la Città Metropolitana e l’Arpav. Esiste un progetto preliminare, presentato al primo incontro con le istituzioni competenti, che tuttavia non si sono ancora espresse in modo definitivo. A fronte delle perplessità che ancora permangono, la necessità delle popolazioni del Veneto Orientale è evidente, provata dalla crescita delle richieste fino al 50% delle sepolture totali». «L’affidamento della struttura alla partecipata comunale Jesolo Patrimonio, che già gestisce il camposanto – conclude il Vicesindaco – renderebbe questo progetto un investimento sostenibile. Inoltre, le nuove tecnologie consentirebbero di raggiungere livelli di sicurezza ambientale totali, anche se ciò che conta è che la popolazione si è dimostrata pronta ad accogliere questa idea».
Riccardo Molin