La Scuola Grande di San Rocco ha di nuovo le sue chiavi. Tre grandi chiavi di metallo, due delle quali sono pezzi di storia, cariche di anni.
Le chiavi d’ingresso alla Scuola sono state riconsegnate domenica 20 al Guardian Grando Franco Posocco da Ennio Moresco, l’artigiano che si sta adoperando per recuperare una fetta importante di storia dell’antica istituzione veneziana.
La virtù di non buttare nulla… Moresco ha restaurato due delle tre chiavi e ne ha realizzata ex novo una terza. Ex novo perché, probabilmente, l’originale era talmente usurata e danneggiata che è stata buttata. Ma le altre due hanno quasi mezzo millennio, sono passate per le mani di Napoleone quando, nel 1806, si impossessò della Scuola, e sono arrivate fino a noi, dopo essere state soppiantate da altri sistemi di chiusura e messe in un cassetto fino a essere dimenticate.
«Ma per fortuna – rileva Moresco – qui alla Scuola hanno la buona abitudine di non buttare nulla, neanche ciò di cui non si sa niente». Così quelle enormi chiavi arrugginite sono riemerse e qualcuno ha iniziato a fare ricerche su cosa fossero e a quando risalissero.
In uso fino a Napoleone. E così si è trovato che nell’Ottocento qualche zelante collaboratore della Scuola di San Rocco aveva fatto i disegni di tutte le antiche chiavi. E si è riusciti così a ricostruirne non solo la storia e la funzione, ma anche la forma. «Una – racconta il fabbro – era talmente storta che la mappatura, rispetto alla maniglia, era disassata, piegata. E non era un danno casuale, ma voluto, procurato». Facile pensare che i francesi, dovendo consegnare agli austriaci Scuola e relative chiavi, per spregio le avessero rese inutilizzabili.
Ma per almeno 250 anni, prima di Napoleone, quelle chiavi erano state fondamentali. Senza di esse non si entrava nella Scuola: «Quando campo San Rocco era chiuso – spiega il Cancelliere Alfredo Baroncini – e fra chiesa e Scuola c’era il diaframma di un muro, la Scuola lasciava di giorno libero passaggio a tutti; ma di notte chiudeva. Il portone principale si apriva solo da dentro, con una delle chiavi adesso restaurate, mentre un’altra serviva per entrare nell’edificio da un’altra apertura. E una terza per aprire un’ulteriore porta e arrivare al portone. E ogni chiave era affidata a una diversa persona; ragion per cui, per aprire la Scuola, ogni mattina tre persone dovevano trovarsi. Lo stesso valeva per il forziere, che aveva quattro chiavi, affidate a quattro persone: se ne mancava una, restava chiuso».
Adesso, oltre alle chiavi, Ennio Moresco ha restaurato anche le relative serrature. Non sono ancora state montate, ma sono pronte e perfettamente funzionanti. Se lo si vorrà, si potrà tornare ad aprire la Scuola di San Rocco come si faceva nel Cinquecento.
Giorgio Malavasi