«Vi incoraggio pensando alla vostra corsa di domani e, ancor più, alla grande “corsa” della vita, che appartiene a tutti. Siate consapevoli delle vostre forze e dei vostri limiti per affrontare sia la sfida della maratona sia quella della vita con lealtà, generosità e determinazione. Così una autentica vittoria potrà comunque essere da voi conseguita, aldilà della performance realizzata e della classifica».
È un passaggio del messaggio che il Patriarca ha scritto per gli atleti della Venice Marathon e che è stato letto nel pomeriggio di oggi durante la Messa per i maratoneti celebrata nella chiesa di San Zulian a Venezia.
Chiesa colma, con almeno 150 atleti, e soddisfazione per aver unito il momento sportivo con un’occasione di spiritualità. «Un’esperienza da ripetere», commenta don Roberto Donadoni parroco dell’area marciana, che ha celebrato l’Eucaristia.
Impegnato nella Visita pastorale a Dorsoduro, mons. Moraglia ha voluto inviare un augurio, che è stato letto durante la liturgia: «Anche il correre con umiltà e passione, a volte in solitaria oppure con altri, come recita la preghiera del maratoneta, può diventare un’occasione preziosa per lodare l’unico Dio, Padre di tutti, e ammirare una volta di più la bellezza del Creato che ci è stato donato».
Ammirare la bellezza, prosegue il Patriarca Francesco, è particolarmente vero nel percorso splendido che dalla Riviera del Brenta conduce al cuore di Venezia.
La preghiera del maratoneta, tradotta in 37 lingue, e la benedizione del Patriarca Francesco – «Che Gesù accompagni sempre, con il sorriso, le vostre falcate» – hanno chiuso la celebrazione dedicata alla manifestazione sportiva e ai suoi partecipanti.