Al via il trasferimento di Betania. Sabato 2 novembre la mensa diocesana offrirà ancora una cena ai suoi ospiti e poi via subito verso la Casa d’accoglienza San Giuseppe “Alla Tana”, dove nei giorni immediatamente successivi riprenderà puntuale il servizio di mensa per i poveri.
Sono i passaggi in vista, nei prossimi giorni, per garantire massima continuità al servizio solidale verso i meno abbienti e chi ha bisogno di un sostegno anche per mangiare.
Betania sta migrando: il servizio, aperto il 5 gennaio 1980 nella sede in fondamenta della Misericordia, presso l’istituto Canal-Marovich, ora si sposta. «Una scelta dettata dal fatto che quegli spazi non sono più a norma e la prosecuzione in questo modo del servizio potrebbe diventare pericoloso per gli ospiti e i volontari», spiega il direttore della Caritas, il diacono Stefano Enzo. «L’obiettivo è stato perciò quello di trasferire il servizio là dove può diventare subito operativo, in attesa che, in breve tempo, la Casa di accoglienza Betania, mantenendo il suo glorioso nome, si stabilizzi alle Muneghette».
Alle Muneghette, nel sestiere di Castello, a breve diverrà operativo una nuova casa della Caritas diocesana, che svolgerà più funzioni.
Grazie all’accordo che si sta concludendo con l’Ire, che dello stabile delle Muneghette è proprietario, nella nuova sede verrà aperto tra l’altro il servizio di refezione, per dare un pasto ai poveri e a chi è in difficoltà. Il progetto prevede che il servizio sia fornito senza lusso ma con molta dignità: saranno allestite delle sale da pranzo e l’obiettivo è di fare sentire gli ospiti a casa propria, con lo stesso stile aperto di accoglienza di tutte le mense della carità, e con la marcia in più di arredi nuovi e confortevoli.
Ma intanto, per qualche tempo e in attesa che Betania prenda casa alle Muneghette, c’è il passaggio per la Tana dove la prima innovazione proposta sarà l’ampliamento del servizio di mensa a tutti i sette giorni della settimana.
«Spero – riprende il direttore della Caritas – che il passaggio sia nella massima continuità, soprattutto nella continuità dell’impegno generoso e fondamentale offerto dai volontari, fin dall’esordio della mensa. Negli anni Betania è stata l’immagine della disponibilità all’accoglienza della Chiesa veneziana e questo proprio grazie a chi vi ha dedicato tempo, impegno e risorse proprie. Questo vale per chi ha cucinato, chi si è adoperato per gli approvvigionamenti, che ha gestito gli spazi e i servizi, tutti accomunati da grande generosità, di cui la Chiesa e la città sono grati».
In effetti già numerosi volontari hanno detto la loro intenzione di garantire la continuità: «È prevalente l’importanza del proseguire il servizio ai poveri, nella logica della gratuità», dicevano nei giorni scorsi alcune persone di Dorsoduro, che da anni si adoperano per Betania.
Al ringraziamento del diacono Enzo si aggiunge quello di Gianni Vianello, in questi anni responsabile di Betania: «Tutti – scrive Vianello in un messaggio indirizzato proprio ai volontari – avete messo a disposizione tempo e mani perché gli ultimi non fossero più ultimi, offrendo agli ospiti non solo un pasto caldo ma, soprattutto, il rispetto per la loro dignità di persone con i servizi di accoglienza-bar, vestiario, lavanderia e la possibilità di curare l’igiene personale. Salutiamo tutti con la speranza che la nostra collaborazione al servizio dei poveri, che il Signore ama di predilezione, trovi nuove realtà in cui continuare e svilupparsi. E ringrazio anche chi, nel corso degli anni, ha sostenuto la mensa con donazioni e con generi alimentari».