Si chiama Amadeus ed è un robot che ha una competenza: riabilitare la mano (anche l’avambraccio e la spalla, all’occorrenza), soprattutto nelle persone che sono reduci da un ictus e devono recuperare il movimento dell’arto. Amadeus, d’ora in poi, farà doppio servizio: per i pazienti del San Camillo e per quelli di Villa Salus a Mestre.
È uno dei vantaggi della creazione di un’unica “famiglia”, formata appunto da San Camillo e Villa Salus. Una “famiglia” unica che nasce dal passaggio della gestione della struttura sanitaria lidense nelle mani delle suore Mantellate.
Un passaggio epocale per la struttura lidense e per la sanità dell’isola (e non solo), frutto di venti mesi di trattative. I padri Camilliani, proprietari e per 91 anni gestori dell’ospedale, hanno venduto per 26 milioni di euro l’immobile a un fondo immobiliare con orientamento sociale – Silver fiv – che, a sua volta, affitta la struttura alle suore (per un milione di euro l’anno) affinché la gestiscano, mantenendone pienamente l’attività. «Anzi, sviluppandola e potenziandola», precisa Mario Bassano, direttore generale di Villa Salus e amministratore delegato della società creata ad hoc per la gestione della struttura acquisita, la San Camillo Ircss srl. «Prima c’era un sistema molto burocratizzato, poco flessibile e che non dava risposte in tempi adeguati. Con questo nuovo sistema societario cercheremo di dare risposte molto più veloci. Faremo di tutto per rendere l’Ircss San Camillo efficiente, dandogli visibilità, assumendo medici eccellenti, richiamando ricercatori dall’estero, gareggiando per i bandi europei e non trascurando il mondo dell’industria, che dobbiamo assolutamente avvicinare».
Parte da qua il rilancio del San Camillo, con i suoi 109 posti letto la cinquantina di ricercatori, oltre ai medici e al rimanente personale – nella sua nuova stagione. Una stagione di vita non scontata – sottolinea Bassano – dato che fino ad un paio di anni fa si era sull’orlo della vendita dell’intero complesso ad un imprenditore privato, che probabilmente avrebbe poi chiuso il tutto.
«L’attività invece continua e viene potenziata, il personale rimane invariato, senza alcun taglio. E la riorganizzazione è funzionale ad aumentare l’efficienza. L’obiettivo di fondo è rilanciare sia l’attività assistenziale che quella di ricerca».
Primo passaggio sarà l’inaugurazione, il prossimo 25 ottobre, della nuova disposizione dei laboratori di ricerca, al secondo e al terzo piano dell’immobile agli Alberoni. Probabilmente interverrà anche mons. Luigi Mistò, presidente della Commissione per le attività dei soggetti ecclesiastici nel settore sanitario. È stato lui, infatti, in accordo con la Segreteria di Stato e il sostegno del Patriarcato di Venezia, a indicare la strada buona per giungere al risultato attuale. A mons. Mistò, quindi, anche il compito di benedire la seconda stagione del San Camillo. (G.M.)