Più di cinquantamila persone vengono colpite ogni anno in Italia da una forma diffusissima di tumore, quella “del colon-retto”. E dalla Chirurgia generale dell’Angelo giunge un messaggio chiaro: “Il nostro Ospedale è uno dei centri più importanti del Veneto, con circa 160 interventi effettuati ogni anno, di cui 130 su tumori maligni – dice il Primario, il dottor Maurizio Rizzo –. La nostra ampia casistica conferma che è sempre più importante scoprire il tumore presto, ed affrontarlo presto. Se pensiamo che con i tumori operati negli stadi iniziali l’efficacia dell’intervento può arrivare anche al 90%, allora è chiaro che la possibilità di sopravvivenza è direttamente proporzionale alla rapidità ed alla precocità della diagnosi”.
Con la dizione ‘del colon-retto’ si indicano i tumori che colpiscono due specifiche parti dell’intestino crasso: il ‘colon’, con la sua classica forma a U rovesciata, ed il ‘retto’, che, invece, dell’intestino è l’ultimo tratto. “Sia nel ‘colon’ che nel ‘retto’ – spiega il dottor Rizzo – si può verificare una proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa. E da qui deriva la maggior parte dei tumori, che sono una mutazione in senso maligno di una iniziale neoformazione benigna. L’evoluzione verso il cancro avviene solo in una ridotta percentuale di adenomi; ma va da sé che questi vanno individuati e studiati quanto prima, anche per poter intervenire con metodiche endoscopiche e mini-invasive, evitando quindi quando possibile l’intervento chirurgico”.
Nonostante l’investimento in prevenzione fatto dal Servizio Sanitario, in Italia ogni anno 30.000 uomini e 23.000 donne vengono colpite da questa specifica neoplasia; e quella che si effettua su un paziente con tumore del colon-retto è senza dubbio un’operazione chirurgica importante: a venire asportata sarà una porzione consistente dell’intestino, insieme alla parte di mesentere annessa, così che siano asportati i vasi linfatici, i linfonodi, le vene e le arterie circostanti, al fine di evitare la diffusione della neoplasia.
E’ quindi fondamentale affrontare l’intervento in un Ospedale che presenti specifiche caratteristiche di eccellenza: “Oltre all’alto numero di interventi effettuati, e quindi ad una ‘casistica’ di primo livello – sottolinea il Primario Rizzo – l’Ospedale dell’Angelo garantisce la più completa collaborazione tra i chirurghi ed il Gruppo Oncologico Multidisciplinare. Il che significa che in ogni passaggio, dal primo contatto fino agli esami periodici dopo l’intervento, il paziente viene valutato e accompagnato dall’équipe multispecialistica che fornisce al paziente ed al chirurgo la road-map lungo cui muoversi in vista dell’esito migliore”. Paziente e specialisti compiono insieme un percorso minuzioso di esami preparatori, che permette ad entrambe le parti di non trovarsi ad affrontare situazioni non valutate o inattese. L’accuratezza e la rapidità di questo percorso costituiscono le garanzie fondamentali per la corretta esecuzione della fase operatoria.
“Quanto all’intervento chirurgico vero e proprio, all’Ospedale dell’Angelo – spiega il Primario – operiamo sempre con accesso laparoscopico, utilizzando, poi, in casi selezionati, la grande risorsa del Robot operatorio ‘Da Vinci’, che il nostro Ospedale ha acquisito già all’inizio del 2015”. Mediamente, l’intervento su un tumore del colon-retto può durare 2-3 ore, la degenza post-operatoria si aggira intorno ai 7 giorni e può essere ridotta in casi particolari. Il paziente prosegue, poi, la convalescenza a domicilio per circa un mese. In questa fase resta in carico al Gruppo Oncologico Multidisciplinare che valuterà, in particolare, l’analisi istologica del materiale asportato per programmare o meno un trattamento chemioterapico adiuvante. Dall’intervento in poi si avvia, inoltre, un percorso codificato di esami di controllo periodici che proseguono per almeno cinque anni.