In questo tempo dominato dalla chimica e dai prodotti di sintesi industriale è forte il richiamo ai prodotti “naturali”, cioè a sostanze di derivazione naturale, per lo più vegetale, che in quanto tali si pensa siano innocui.
Ma le cose non stanno esattamente così: anche rispetto a principi di origine naturale dobbiamo stare molto attenti e soprattutto informarne il nostro medico per la possibile interazione con i farmaci che assumiamo quotidianamente o occasionalmente.
Esistono infatti molti prodotti di origine vegetale che possono essere usati a livello del sistema nervoso centrale: alcuni sono registrati come farmaci, come l’iperico o la valeriana; altri sono ingredienti di integratori alimentari, come ad esempio il ginko biloba.
La valeriana aumenta nel nostro cervello la disponibilità del GABA (acido gamma-amino-butirrico), il principale neurotrasmettitore inibitorio: ecco perché viene usata per metterci tranquilli.
L’iperico aumenta la via di trasmissione delle catecolamine (la più nota è l’adrenalina, ma anche la dopamina…) ed è per questo che viene usato nel trattamento dei disturbi depressivi minori. Ma, oltre che dell’efficacia, dobbiamo sempre preoccuparci anche della sicurezza dei principi attivi naturali.
L’iperico, ad esempio, attiva gli enzimi – gli “operai” di quella meravigliosa macchina chimica che è il nostro corpo: prendono una sostanza e la trasformano in un’altra – per cui, per esempio, aumenta il metabolismo di alcuni farmaci, cioè la loro velocità e quindi la loro potenza d’azione. Se lo assumiamo insieme al Coumadin (warfarin), ne vedremo aumentata l’azione anticoagulante. Se invece lo associamo ad alcuni antidepressivi (paroxetina, fluoxetina, citalopram…) rischiamo di innescare la cosiddetta sindrome serotoninergica, che non è precisamente una “passeggiata di salute”: ansia, agitazione psicomotoria, irrequietezza, stati confusionali fino al delirio, ma anche tachicardia, ipertensione arteriosa, febbre, intensa sudorazione, mal di testa, vomito e diarrea e, specie negli anziani, può perfino condurre a morte.
Altro prodotto la cui sicurezza d’uso non è affatto trascurabile è il ginko biloba, estratto dalle foglie a forma di ventaglio dell’omonimo albero preistorico. Il ginko biloba è un prodotto straordinario perché aumenta la sopravvivenza dei neuroni e per questo viene usato nelle disfunzioni cognitive, cioè nelle forme iniziali di demenza. Magnifico!
Ma non dimentichiamo anche che, per il suo meccanismo d’induzione enzimatica, riduce la capacità di aggregazione delle piastrine. Uno dei suoi effetti collaterali consisterà allora nel ridurre la capacità di coagulazione del nostro sangue. Quindi non dovrà mai essere assunto insieme ad altri antiaggreganti piastrinici, la cardioaspirina ad esempio, e tanto meno insieme agli anticoagulanti orali come il Coumadin: rischieremmo emorragie.
Occhio, dunque, a quello che assumiamo: i prodotti di origine vegetale non sono sempre innocui!
Luca Barbacane
Medico di famiglia a Martellago (Venezia)
In collaborazione con l’Ordine provinciale dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri di Venezia