L’enorme fatica, l’enorme sacrificio dei soldati che hanno combattuto la Grande Guerra. Sia da una parte che dall’altra.
È il lato umano di questa immane tragedia di cent’anni fa che sta colpendo molto i giovani partecipanti al campo interdiocesano dei Giovani di Azione cattolica, cui prendono parte ragazzi di Venezia e di Gorizia.
Da Montefosca, sede del campo, i giovani hanno raggiunto, nella giornata di martedì, la cima del Monte Matajur. E oggi, mercoledì 14 agosto, si è tenuta l’uscita in Slovenia, a Caporetto, con visita al museo della Grande Guerra ed esplorazione della cascata Kozjack.
L’aspetto umano, che molto spesso non viene approfondito dai libri di storia, è emerso nella sua drammaticità nella visita al museo della Grande Guerra. Storie di giovani uomini, catapultati al fronte e costretti a vivere in condizioni limite, spesso fino all’azione bellica che ha posto fine alla loro breve vita. Questo dramma, troppo spesso in ombra, ma che ognuno può immaginarsi sulla propria pelle, ha colpito tutti i giovani di Azione cattolica.