«Vogliamo una autonomia vera, non un pannicello caldo che produrrebbe ulteriori guai. L’autonomia, come scrissero i padri costituenti e i grandi maestri del diritto, è soprattutto responsabilità: chi non la vuole non ama rispondere davanti ai propri cittadini delle azioni politiche e amministrative messe in campo».
Lo scrivono, in una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i due presidenti delle Regioni Veneto e Lombardia, Luca Zaia e Attilio Fontana.
«Non ci stiamo – dicono – ad essere presi in giro con una discussione che sembra il gioco dell’oca per cui si torna sempre alla casella di partenza».
E su una delel critiche di fondo – l’incostituzionalità dell’autonomia – replicano: «La nostra autonomia si basa su quanto dice la Costituzione, siamo perfettamente in linea con la legge fondamentale dello Stato, la nostra richiesta di avere competenza rispettivamente su 20 e su 23 materie, si basa su quanto recita l’articolo 116, terzo comma. Chi afferma il contrario, o non conosce la Carta, o vuole evidentemente modificarne il testo vigente: sarebbe bene pertanto che presentasse un disegno di legge costituzionale per modificare di nuovo il titolo quinto. Tertium non datur».
La Costituzione permette di poter realizzare una autonomia “differenziata” «proprio perché riconosce le diversità che ci sono fra zone del Paese. E noi riconosciamo la necessità di avere fondi perequativi garantiti dallo Stato per mantenere ovunque livelli essenziali delle diverse prestazioni. Chiediamo soltanto di poter spendere in autonomia le risorse a noi assegnate».
Nessuno vuole aggredire l’unità nazionale, nessuno vuole secessioni, sottolineano ancora Zaia e Fontana: «L’autonomia fa bene anche al Sud, a quella foresta di cittadini che cresce a vista d’occhio, che vorrebbe responsabilità ed efficienza ma non ha voce».
Perciò, scrivono ancora i due Governatori, «ci sentiamo tutti profondamente feriti quando leggiamo le Sue esternazioni, Presidente Conte, soprattutto dopo colloqui diretti durante i quali – ricorderà benissimo – abbiamo più volte sottolineato che non si chiedono più risorse, ma semplicemente la possibilità di spendere in autonomia quelle che ci sono già assegnate. E abbiamo spiegato come l’essenza del percorso dell’autonomia preveda che i risparmi prodotti per effetto della virtuosità dell’amministratore debbano restare sul territorio. Se l’obiettivo non fosse questo, perché dovremmo impegnarci ad essere efficienti? È ipotizzabile che chi è virtuoso finanzi sprechi altrui?».
«Noi restiamo aperti al dialogo con Lei, Presidente Conte – concludono Zaia e Fontana – e pronti a cambiare opinione se il testo delle intese sarà capace di rispondere alle esigenze della vita vera che abbiamo provato a descrivere. Ma se si continua con una farsa, come accaduto finora, è evidente che non firmeremo nulla. Signor Presidente, arrivi al più presto a trovare una intesa coi ministri, formuli una bozza di intesa seria da proporci, quindi con altrettanta velocità saremo in grado di replicare in modo costruttivo. Al Presidente del Consiglio deve essere però chiaro che noi non firmeremo un accordo senza qualità come quello che per ora si sta profilando».