C’è anche la sezione di poppa di una galea veneziana del XVII secolo, sormontata da un grande fanale da galea proveniente dalle collezioni Morosini. È uno degli oggetti esposti per la la mostra “Francesco Morosini in guerra a Candia e in Morea”, inaugurata a Venezia nell’ambito delle manifestazioni celebrative dei 400 anni dalla nascita di Francesco Morosini, doge e condottiero della Serenissima.
L’esposizione è allestita in Palazzo Corner Mocenigo di campo San Polo, sede del Comando Regionale Veneto della Guardia di Finanza.
Sono esposti, tra l’altro, un ciclo di tele settecentesche sulle campagne militari di Candia e di Morea, vero e proprio racconto per immagini, restaurate per l’occasione, nonché armi, cimeli, documenti storici e molte curiosità inedite, come le insegne di comando turche, due rari cannoni ottomani, alcuni strumenti musicali della banda dei giannizzeri, manuali e mappe militari dell’epoca, un ordine di operazioni per l’armata navale e l’originale del dispaccio munito di firma autografa, con cui Francesco Morosini annuncia al Senato della Repubblica la presa di Atene, messi a disposizione dal Museo Correr, dall’Archivio di Stato di Venezia, dalla Fondazione Giorgio Cini e da collezioni private mai esposte al pubblico.
Documenti militari originali, modelli navali e di fortezze, trofei, armi sottratte agli ottomani tratteggiano l’uomo di guerra e le sue imprese, specie la conquista del Peloponneso. Ritratti, monete, medaglie, pubblicazioni elogiative evocano l’aura mitica che avvolse ancora in vita l’ammiraglio-doge, ultimo eroe veneziano.
Francesco Morosini, nato a Venezia nel 1619 e morto nel 1694 in Morea, a Nauplia (Napoli di Romania), ben rappresenta il suo tempo e questi avvenimenti, ultima vera espressione della potenza veneziana nel Mediterraneo. Avviato, neanche ventenne, alla carriera sul mare, ascese rapidamente sino all’apice tutti i gradini della carriera nella flotta della Serenissima, trascorrendo in guerra la gran parte della sua esistenza. Acclamato doge all’unanimità nel 1688 per i meriti acquisiti e destinatario per le sue imprese di onori e riconoscimenti mai visti in precedenza, fu per ben quattro volte capitano generale dell’esercito della Repubblica a Candia e in Morea, l’ultima delle quali congiuntamente alla carica dogale, caso unico nella storia della Repubblica.
La Repubblica di Venezia fu impegnata infatti, nel Seicento, in due importanti conflitti nel Mediterraneo. La guerra per la difesa di Creta (Candia), tra il 1644 e il 1669, terminò con la sconfitta dei veneziani e la perdita dell’isola, un territorio che le apparteneva da 450 anni e che rappresentava un luogo di fondamentale importanza nelle rotte marittime verso Levante.
La seconda campagna (1684-1699) fu invece offensiva e portò Venezia alla conquista di gran parte del Peloponneso, la Morea. Il nuovo Regno fu considerato da molti l’inizio di una possibile riconquista dell’antico potere, ma il sogno ebbe vita breve, poiché la Morea fu persa solo pochi anni dopo, tra il 1714 e il 1718.
Per il pubblico la mostra resterà aperta fino al 5 novembre per visite gratuite il sabato e la domenica, con orario 10–13.30 e 14.30–18. Saranno comunque possibili visite programmate per gruppi e scolaresche negli altri giorni della settimana.