Sabato 4 maggio, nella basilica di Sant’Eugenio a Roma, il cardinale Antonio Cañizares ha celebrato l’ordinazione sacerdotale di 34 fedeli della Prelatura dell’Opus Dei. Tra gli ordinandi, provenienti da vari paesi del mondo, anche un italiano, Claudio Tagliapietra, 35enne di Burano. E proprio a Burano, domenica 19 (alle ore 10,30) don Claudio celebrerà la sua prima messa nella parrocchia d’origine. Laureato in giurisprudenza presso l’università “Bocconi” di Milano nel 2008, ha seguito la specializzazione in varie università europee e negli Stati Uniti. Nel 2013 ha conseguito il dottorato in economia e diritto a Rotterdam e Bologna. Tuttavia, fin dalla fine del suo primo anno di università, si è sempre dedicato all’accompagnamento accademico, professionale, umano e spirituale di centinaia di studenti nelle residenze e nei centri culturali in cui ha vissuto, sia in Italia che all’estero, portando avanti nel frattempo gli studi ecclesiastici. Poi il trasferimento a Roma per entrare nel seminario internazionale della Prelatura e continuare gli studi in teologia alla Pontificia Università della Santa Croce.
Don Claudio, come hai scoperto la tua vocazione?
E’ una storia lunga, perché il percorso che mi ha portato al sacerdozio è durato 15 anni. Ho scoperto la mia vocazione verso la fine del mio primo anno di università, quando un mio compagno di studi mi ha portato in un centro di formazione dell’Opus Dei a Milano. Appena entrato in questo centro, ho avvertito interiormente come la sensazione di essere tornato a casa. Per molti anni avevo trascurato la pratica della fede, ma Dio si è servito della passione per gli studi, delle amicizie, e degli eventi per farsi strada nella mia testa e nel mio cuore. Da lì ho iniziato un percorso di formazione cristiana e di direzione spirituale con un sacerdote che mi ha aiutato a fare discernimento e a dire sì alla vocazione. Ho capito di aver ricevuto la vocazione all’Opus Dei sia perché il Signore me l’ha voluta far incontrare per modi provvidenziali attraverso un amico, sia perché sono rimasto colpito dal messaggio che propone e dagli scritti del fondatore, san Josemaría Escrivá, che mi hanno aiutato a ritornare alla fede e a scoprire il senso cristiano della mia esistenza.
Prima di giungere al sacerdozio, hai compiuto un lungo percorso…
Guardandomi indietro, penso che Dio mi volesse sacerdote fin dall’inizio, e che mi abbia accompagnato servendosi di tutte le scelte che facevo, permettendo anche l’esperienza dell’allontanamento e della gioia del ritorno. Sono convinto che Dio in tante storie come la mia continua a “ricalcolare” il percorso, come fa il navigatore del telefonino, finché senza renderti conto ti ritrovi a casa dopo aver fatto una strada che potevi percorrere solo tu. Nel mio caso Dio ha cercato un ragazzino di Burano, gli ha fatto conoscere l’Opus Dei a Milano, finché… eccoci qui.
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Domenica 19 maggio, celebrerai la tua prima Messa nella tua parrocchia nativa, che cosa provi?
Sono molto emozionato e non vedo l’ora. Sono e resto un prete buranello, anche se “in trasferta”. La chiesa di San Martino Vescovo è il luogo dove ho ricevuto i primi sacramenti, è un luogo che è stato sempre molto presente nella mia vita anche quando ero un po’ più lontano. Penso che per tutti la chiesa in cui si è cresciuti sia il luogo in cui sono avvenute le cose più importanti della propria vita. Anche per me è stato così. Quella chiesa mi ricorda che Gesù è sempre stato al mio fianco, anche quando non me ne rendevo conto o non lo volevo. Mi ricorda gli amici che ho conosciuto e con cui giocavamo da bambini, mi ricorda il battesimo di mio fratello, mi ricorda la gioia di molti matrimoni cui ho assistito, tra cui quello di mio fratello e di sua moglie, mi ricorda il funerale di tante persone care, e lo scorrere del tempo liturgico. In questa chiesa ho sempre trovato un prete disponibile e accogliente. A don Enzo sono particolarmente grato perché con la sua presenza silenziosa mi ha accompagnato a distanza come un padre, mi ha accolto e incoraggiato nel cammino di preparazione al sacerdozio, e ha accompagnato la mia famiglia. La prima messa sarà un momento molto emozionante perché si raduneranno intorno all’altare molte persone – amici, parenti, e anche amici sacerdoti – venute anche da lontano a ringraziare il Signore con me per il dono del sacerdozio, e pregare perché io possa essere un buon prete dovunque il Signore mi chiami a esercitare il ministero.
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Valentino Tagliapietra
L’intervista integrale è pubblicata sul nuovo numero di Gente Veneta