Può un’opera d’arte su vetro diventare anche un’opera d’arte fatta con ago e filo? Scommessa vinta. Le merlettaie veneziane dell’associazione Settemani, anzi, di scommesse ne hanno vinte tre.
Sono riuscite a riprodurre con la tecnica del merletto un’incisione a mola, su lastra di cristallo, di Gianmaria Potenza. E’ la prima volta che questo accade ed è il segno della capacità tecnica e dell’abilità di chi vi ha lavorato.
La seconda scommessa vinta è quella dell’innovazione: l’aver preso a modello un’opera di Potenza ha rinnovato la creazione anche nel soggetto. I disegni tradizionali, pur bellissimi, hanno in questo caso lasciato spazio a forme nuove. E questo è sempre un passo avanti, un segno di vitalità.
La terza sfida vinta è quella di aver portato a disposizione di tutti l’opera realizzata. Anzi, questo accadrà da venerdì 3 maggio quando, alle ore 14.30, ci sarà l’inaugurazione della mostra che propone le due opere spalla a spalla: quella di Potenza e quella delle merlettaie.
L’esposizione, che rimarrà visitabile fino al 27 maggio, sarà allestita nel grande e monumentale vano d’ingresso dell’Ospedale Civile di Venezia. Saranno presenti le merlettaie Rosetta, Adriana, Leda, Marina, Maura, Lidia insieme con la coordinatrice e anima della “Settemani”, Annabella Doni.
Con loro Renza Barbon Galluppi, presidente onorario di “Uniamo Fimr”, la Federazione italiana malattie rare, che co-organizza l’evento, condividendone l’obiettivo di fondo: come le merlettaie hanno saputo far evolvere la loro opera, rispondendo ad un’esigenza di innovazione, così anche la presa in carico di persone ammalate e bisognose di un’assistenza complessa deve poter innestare una marcia in più.
Giorgio Malavasi