Sarà la volta buona? Segnali concreti ancora non ce ne sono; è partito però l’iter perché anche le imprese colpite dal tornado del 7 luglio 2015 possano ricevere un contributo grazie allo Stato.
Lo Stato, in effetti, è per ora l’unico ente pubblico che non ha versato un soldo per venire incontro a chi ha avuto danni dalla tromba d’aria di quasi due anni fa. Il Comune di Mira 500mila euro li ha versati quasi al 100%: entro fine mese completerà le pratiche per l’ultima tranche, la più piccola: quella da 50mila euro destinati alle aziende. Ma il grosso – ricavato per la gran parte dalle donazioni – l’ha già da tempo versato nei conti correnti delle famiglie danneggiate. La Regione Veneto, con gran fatica, sta venendo a capo del suo problema: quello di trovare un’opera pubblica cui destinare i 211 mila euro raccolti con gli sms solidali versati dai cittadini.
L’opera è lo stadio di Cazzago di Pianiga, per il quale saranno disponibili quei danari, più altri 190mila euro, raccolti anch’essi grazie alla generosità dei cittadini, ma convogliati al conto corrente acceso proprio per questo scopo. Il progetto originario presentato aveva un valore di 1,2 milioni di euro e ora è stato ridimensionato. Questo sia perché mancano i quattrini, sia perché ha suscitato perplessità l’idea che tante risorse andassero ad uno stadio quando ci sono ancora famiglie in difficoltà con la casa e aziende con problemi alle proprie strutture produttive.
La Regione Veneto ha poi ancora a disposizione circa 200mila euro, anch’essi del conto corrente solidale, per i quali non c’è ancora la decisione di come e per chi utilizzarli. Infine c’è il capitolo legato allo Stato italiano. E’ da circa un anno che è stato individuato un meccanismo per la contribuzione. Un meccanismo molto complesso, che potrebbe però avere effetti decisamente benefici. E i vantaggi sarebbero tutti per le imprese, cioè per le realtà che finora hanno avuto solo briciole (vedi il caso di Katia Masato, a pag. 4 e 5) a fronte delle pesanti perdite. Solo nel Comune di Mira, infatti, i danni alle aziende sono stati di 5 milioni di euro.
Tutto questo a fronte dell’esigenza di rimettersi velocemente in piedi per non perdere un posto nel mercato e non tagliare sugli occupati. Il sistema funziona così: a ciascuno dei danneggiati verrà attribuito un credito d’imposta di valore fino all’80% del danno che è stato periziato. Non ci sarà limite alla capacità di detrazione come credito d’imposta perché, indipendentemente dalla capacità detrattiva di ciascuna azienda, l’importo del credito stesso sarà trasferito a una banca convenzionata. Questa accenderà un finanziamento con l’azienda e gli interessi saranno tutti a carico dello Stato. Il problema di fondo è che, sia per la complicatezza del meccanismo sia per i tempi lunghi della burocrazia, finora nessun rimborso è stato avviato. Due istituti di credito si sono resi disponibili per avviare queste pratiche, ma i risultati ancora non si vedono.
Giorgio Malavasi