Chi lo avrebbe mai detto? A luglio (si spera) riaprirà il museo nazionale di archeologia del mare. Dopo un lunghissimo periodo di silenzio e di chiusura della struttura, il polo museale del Veneto ha comunicato al Comune di Caorle di aver avviato le operazioni propedeutiche all’allestimento del museo all’interno dell’ex azienda agricola Chiggiato e che il Segretariato regionale per il Veneto del Ministero dei beni culturali ha dato il via ai lavori di restauro del lotto “9C”.
Queste opere dovrebbero portare all’apertura del museo che sarà corredato da un bar-caffetteria e da una serie di spazi amministrativi e didattici. Il direttore del polo museale del Veneto, Daniele Ferrara, interpellato sul punto, ha poi precisato che il museo dovrebbe aprire a luglio e di aver avviato a tale scopo le trattative con le rappresentanze sindacali dei lavoratori che dovranno essere assegnati al museo caorlotto.
Sempre il direttore Ferrara ha fatto luce su quella che dovrebbe essere la futura organizzazione degli spazi espositivi. Si pensa infatti a garantire aperture prolungate durante il periodo della stagione balneare, mentre nel resto dell’anno il museo garantirà aperture ed orari ridotti.
Non è però tutto oro quello che luccica: dei 2 milioni di euro che il Ministero dei beni culturali aveva assegnato per il completamento del museo di Caorle, ne sono rimasti a disposizione solamente 750mila. Il residuo è stato utilizzato dal polo museale del Veneto per altre strutture, in particolare per il museo di Quarto d’Altino. Visto il “taglio” dei fondi disponibili, saranno inevitabili anche delle riduzioni rispetto alle opere inizialmente previste. In particolare, per quanto riguarda il corpo di fabbrica che doveva essere integralmente restaurato, si punta a realizzare l’impiantistica di base al fine di consentire che gli spazi possano essere utilizzati in futuro (l’apertura di questo edificio non è al momento prevista) per letture animate e rappresentazioni teatrali.
Per quanto riguarda invece il fabbricato che nell’estate 2014 ospitò la mostra sulla Roma augustea e “Terredacque”, anteprima di quello che dovrebbe essere il futuro museo nazionale di archeologia del mare, saranno completati, come anticipato, il bar, le sale amministrative e didattiche e dovranno essere risolti i problemi di infiltrazioni che la struttura ha manifestato in questi anni di chiusura.
Da ultimo, per quanto riguarda la sorte del trabaccolo “Marin Faliero”, la vecchia imbarcazione nascosta da tempo sotto al tendone bianco nel piazzale dell’ex azienda Chiggiato, il Polo Museale ha approvato il progetto per la copertura definitiva. Ancora non si conosce però la data di avvio dei lavori di realizzazione di questa copertura.
Riccardo Coppo