«Preparatevi a saltare la mediocrità di chi non ha un progetto. Perché nella vita ci sono anche le trappole, ci sono le strade che qualcuno vi dice essere facili. Ci sono le trappole della droga, del sesso a pagamento o per interesse, l’illusione di arricchirsi con il gioco d’azzardo… Il santo è colui che incontra Gesù nella propria vita».
Sono alcune delle parole centrali che il Patriarca Francesco rivolge ai 2400 ragazze e ragazzi che gremiscono il Palaturismo di Jesolo Lido. Si sta svolgendo la Festa diocesana dei Ragazzi e da tutta la Diocesi sono convenuti tanti gruppi.
Nell’omelia della Messa che apre la Festa e ne è il culmine, mons. Moraglia spiega: «Il santo è colui che spiritualmente è in grado di correre e saltare, che è agile. Ma se non c’è un progetto, una direzione, questo non si può fare. Per questo è importante che sentiate dire queste cose adesso, nelle prime pagine della vostra vita. È come se saltiate adesso, facendo una danza all’inizio del progetto della vostra vita».
Il santo, insomma, è colui che salta il grande ostacolo della vita. E l’ostacolo più pericoloso e difficile da affrontare «è la mediocrità, il non metterci la faccia, il non dire sì o no».
«Voi avete tutta la strada della vostra vita davanti – prosegue il Patriarca – e dovete chiedervi e capire come volete viverla». Certo, anche quando si è imboccata la direzione giusta, la fatica non ci è risparmiata: «La gioia non ve la regalerà mai nessuno. La gioia si conquista così come si impara a saltare. E serve fatica per fare questo. Ognuno di voi deve pensare di essere come Giuseppe dell’Egitto, che è arrivato ad una posizione importante attraverso un cammino lento. Non abbiate paura di dovervi preparare».
Per saltare di gioia, per diventare santi di gioia – come suggeriscono le parole chiave di questa festa die Ragazzi – bisogna applicare quella verità di cui era diventato precocemente consapevole Carlo Acutis, il ragazzo morto pochi anni fa, campione di tecnologia e di fede, che la Chiesa riconsoce come Venerabile e che il Patriarca cita: «“Nasciamo tutti come gli originali, il rischio è che viviamo come fotocopie”».
(con la collaborazione e le foto di Pierpaolo Biral)