Apre da sabato 6 aprile il “San Giorgio Café”, il primo café – ristorante nell’isola di San Giorgio Maggiore, con l’oste e cuoco, non chef come ci tiene a precisare, Filippo La Mantia.
Il progetto, che dà lavoro a nove dipendenti, tra cuochi e personale, tutti veneziani, è stato fortemente voluto dalla Fondazione Giorgio Cini al fine di valorizzare i servizi di accoglienza nell’isola.
Un luogo di ristoro per coloro che durante il giorno giungono in visita a San Giorgio era infatti diventato necessario: <San Giorgio era un posto da visitare ma non da vivere. L’arte della cucina e della cultura gastronomica non potevano mancare – ha affermato Pasquale Gagliardi, Segretario generale della Cini – È da quando sono arrivato, 20 anni fa, che aspettavo che questo progetto si realizzasse>.
Il ristorante è l’ultimo tassello posto dalla Fondazione per rendere San Giorgio abitabile. Già da sei anni infatti alla Cini sono stati realizzati alloggi per studenti e ricercatori con 90 posti letto. Ma non mancano nuove iniziative: ulteriore sogno è la realizzazione di un orto, con un contadino che se ne prenda cura costantemente, affinché il raccolto sia utilizzato per il menù del ristorante.
Prodotti a km zero fin da subito però proverranno da orto e cantina della comunità dei monaci benedettini dell’Abazia di San Giorgio, compreso il vino di Praglia.
Il progetto dello spazio è stato affidato a Ilaria d’Uva che con la sua azienda dal 1959 è impegnata nello sviluppo di tecnologie e servizi museali in Italia. <Non ci siamo mai occupati di ristorazione, ma quando la Fondazione Cini mi ha proposto questa sfida ho accettato subito> ha riferito, spiegando che da alcuni anni gestisce il servizio delle visite guidate della Fondazione e l’iniziativa della “caffetteria museale”, come le piace chiamarla, infine rientra in un’operazione culturale.
Oltre ottanta sono i coperti del ristorante, di cui una cinquantina nel dehors, uno spazio rinnovato e accogliente accanto alle mura benedettine della Fondazione, con suggestiva vista su Bacino San Marco e Riva degli Schiavoni. Nonostante gli spazi ristretti, Electrolux ha allestito una cucina professionale e Reggiani l’illuminotecnica che ben si è sposata con il progetto di interior design dello studio Paolo Richelli. <Sarà un luogo dove la gente potrà sentirsi come a casa. Nel menù saranno sempre presenti risi e bisi, spaghetti al pomodoro o alle vongole> ha detto infine La Mantia.
Il nuovo spazio, contemporaneamente bar, café, bistrot e ristorante, è aperto tutti i giorni, ad eccezione del mercoledì, a partire dalle ore 10 con la colazione, per poi proseguire con la cucina aperta tutto il giorno. La cena invece sarà disponibile il venerdì e il sabato o su richiesta per eventi speciali.
Francesca Catalano